È alquanto paradossale, oggi, dover ancora dibattere su come trovare la migliore soluzione volta a evitare la chiusura dell’Aeroporto dello Stretto. Ci saremmo aspettati non si arrivasse al punto di indire tavoli ministeriali la cui infruttuosità degli esiti è testimoniata oggi dalle parole di chi oggi, pur rappresentando la massima autorità della Città Metropolitana, saluta con soddisfazione a un risultato (che tale non è) che suona quasi come una sorta di beffa. Non aiuta infatti, guardando soprattutto in chiave turistica e in vista della bella stagione, doversi accontentare di orari fin qui improponibili e che nei fatti rendono operativa ciò che dovrebbe rappresentare la principale porta in uscita ed entrata del territorio reggino e dell’intera area dello Stretto solo in un breve lasso temporale relegato tra le 9 del mattino e le 16.30 al pomeriggio. Tutto a rendere inoltre vani, da un lato, ogni proclama sulle potenzialità di un territorio costretto a rimanere ancora solo sulla carta turistico e dall’altra – e soprattutto – gli sforzi di tutti quegli operatori turistici nostrani, nei fatti, impossibilitati a vendere il territorio reggino, con le sue inestimabili bellezze naturalistiche e culturali, al resto d’Italia e al mondo intero, proprio a causa dell’incertezza che ancor oggi purtroppo aleggia sul “Tito Minniti”. A fronte di un volo giornaliero rispettivamente per Roma e Milano effettuato da ciascuna delle due compagnie rimaste (Alitalia, lo ricordiamo, ha garantito la sua presenza fino a maggio) e per giunta vicini e non ridistribuiti nell’intero arco della giornata, cosa mai avranno modo di proporre i nostri tour operator in occasione della Bit di Milano che prende il via proprio in questi giorni? Ci saremmo aspettati, da parte di chi si onora di rappresentare e dice di difendere il nostro territorio, proposte più intelligenti e magari con una programmazione diversa e non relegata a decisioni dell’ultima ora. Non può essere sostenuta la tesi di chi dice di essere entrato in campo – vedi la questione Alitalia – solo un mese fa, al subentro della Città Metropolitana alla vecchia Provincia e di aver dunque lavorato d’anticipo. In quale veste aveva partecipato ai vari e precedenti tavoli. E, soprattutto, non era forse nella veste di Sindaco Metropolitano che, ai piedi dei Bronzi di Riace, all’incirca un anno fa, assieme all’ex premier si fregiava di aver sottoscritto fiumi di investimenti per tutta la Città Metropolitana? Eppure, anziché procedere a investimenti a pioggia e senza una strategia mirata (se non alla riqualificazione di piazze e fontane), si sarebbe potuto pensare a riservare una significativa porzione degli oltre 48 milioni destinati a “turismo e cultura” proprio all’aeroporto dello Stretto e, comunque, a iniziative volte al suo rilancio. I fatti ad oggi ci dicono che la realtà è ben diversa e dinnanzi ad una situazione del genere il rischio è dover assistere ad un ulteriore impoverimento del nostro territorio, sia in numero di presenze, già non eccezionali, ma anche in termini economici. Quale sarà, ci chiediamo, lo scenario che vivranno la prossima estate, ormai alle porte, località come l’affascinante Scilla, autentica “Perla dello Stretto”, che non senza mille difficoltà fanno comunque del turismo stagionale un loro cavallo di battaglia. Alla fine, senza collegamenti aerei sufficienti e adeguati, dovremmo forse sperare, per rivedere flussi di gente a toccare questi lidi, in un ritorno di Ulisse. Augurandoci che altri, ma questa volta non i mitologici mostri di Scilla e Cariddi, non ne impediscano l’arrivo. Noi, naturalmente, vorremmo non fosse così.
Caterina Scarfone
Componente Assemblea Nazionale – Movimento Nazionale per la Sovranità