Con due diverse deliberazioni la Giunta Regionale ha aderito alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume ed ha approvato il Regolamento di attuazione dei Contratti di Fiume; dal luglio dello scorso anno l’assessorato regionale all’Urbanistica ha avviato una diffusa e capillare azione di promozione e sensibilizzazione rispetto a quella che è, oggettivamente, una nuova ed inevitabile logica di programmazione negoziata e partecipata. Oggi possiamo dire, senza cedere a facili trionfalismi, di aver ottenuto – grazie alla sensibilità dimostrata dalle amministrazioni locali e dalle comunità – importanti risultati che lasciano ben sperare per il futuro urbanistico e territoriale della Calabria. Risultano infatti già avviate le procedure per la sottoscrizione dei Contratti di Fiume e di Costa in ben 17 ambiti territoriali in Calabria, 3 hanno già sottoscritto il Protocollo d’Intenti e procedono verso la sottoscrizione dei Contratti, 14 sono in fase di avvio con il coinvolgimento complessivo di circa 160 Comuni calabresi. In più stiamo costituendo l’Osservatorio Regionale sui Contratti di Fiume. Ecco perché il protocollo di intesa firmato oggi dall’Assessore alla Pianificazione del Territorio Franco Rossi e dai presidenti dei Gruppi di Azione Locale per la diffusione, la promozione, l’accompagnamento e l’attuazione dei “Contratti di Fiume” rappresenterà uno degli elementi decisivi per affermare definitivamente – grazie alla corale partecipazione dei Gal e di Assogal – una nuova logica di programmazione “del e sul” territorio. I Contratti di Fiume, infatti, sono strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico; si traducono in veri e propri accordi mediante i quali è possibile adottare “un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale che intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale”. Se consideriamo il fatto che i Contratti di Fiume/Lago/Costa fanno riferimento ai diversi livelli di programmazione negoziata ed in particolare quelli che riguardano le Aree Interne, la difesa idrogeologica, il contrasto dell’erosione costiera, ben si comprende come – forse per la prima volta – la Regione, le amministrazioni locali e le comunità abbiano a disposizione strumenti partecipati che costituiscono solidi e certi punti di riferimento per investire una ingente quantità di risorse in maniera certa, condivisa ed efficace. E ciò accadrà perché i Contratti determinano orientamenti vincolanti per l’impegno delle risorse assegnate alla programmazione negoziata territoriale. Il protocollo assume, dunque, una funzione strategica e decisiva nella misura in cui si tiene conto del fatto che i GAL calabresi, nell’ambito dell’approccio LEADER, hanno maturato specifiche competenze nell’ambito di quello sviluppo locale di tipo partecipativo che costituisce il metodo alla base del processo che potrà condurre alla sottoscrizione di un Contratto di Fiume. Questa nuova logica può essere dunque qualificata come uno degli strumenti attraverso i quali ridefinire il volto della regione, sanare le ferite del passato, lasciare alle spalle decenni di disattenzione e di interventi sul territorio che spesso non solo non li hanno risolti ma – alla prova dei fatti e delle emergenze – hanno aggravato i problemi. In buona sostanza abbiamo oggi la possibilità concreta di “prenderci cura” del nostro territorio e farlo in una logica di condivisione che impedisce errori, sprechi ed investimenti improduttivi.
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