Non si attenua la tensione tra il Grande Oriente d’Italia e l’Antimafia. E’ ancora viva l’indiganzione che la massoneria avverte dopo la vicenda del sequestro degli elenchi degli iscritti alle varie logge disposto dalla Commissione presieduta da Rosy Bindi e effettuato dallo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza. E’ notizia diffusa, appena ieri, che il GOI ha inviato ramite posta certificata, il 17 marzo scorso, un’istanza di revisione in autotutela finalizzata alla richiesta di annullamento e/o di revoca di quel provvedimento. I massoni hanno dato un termine ultimo di 10 giorni, “spirato il quale il GOI si è riservato il diritto di adire l’Autorità giudiziaria, in tutte le competenti sedi, al fine di ottenere, anche nei confronti dei singoli parlamentari membri della Commissione, il ripristino della propria onorabilità e reputazione e di quelle dei soggetti aderenti, nonché il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti a causa dell’illiceità del decreto 1° marzo 2017“. E’ stato contestato alla Commissione che le operazioni affidate allo SCICO risultano illecite in quanto anche esorbitanti rispetto ai poteri stessi, come configurati della legge istitutiva della Commissione con ogni conseguenza anche a carico dei singoli commissari e di chiunque abbia concorso ad adottare il provvedimento. (grandeoriente.it). Il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani fu fondato nel 1805 opera per l’elevazione morale e spirituale dell’uomo. E’ attualmente guidato dal Gran Maestro Stefano Bisi (Siena 15\10\1957) della Loggia Montaperti dal 6 aprile 2014.
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