L’imprenditore Domenico Giovanni Arena è il nuovo coordinatore regionale del Movimento nazionale per la sovranità, il partito nato il 20 febbraio dalla fusione di più anime culturali sociali e movimentiste per rilanciare un progetto sovranista per l’Italia. All’assemblea nazionale erano presenti i delegati calabresi di Azione Nazionale a cui Arena aveva da tempo aderito. La base unanimamente ha sostenuto la sua candidatura a ricoprire il ruolo guida in Calabria riconoscendogli quelle doti e capacità atte a far crescere MNS ed il territorio, vista la sua storia imprenditoriale, la sua attiva partecipazione e il sostegno ad attività economiche, culturali e sociali in Calabria. Arena, d’altronde, è uomo che in passato ha saputo captare su di sé migliaia di consensi: già presente alle elezioni europee del 2014, ha deciso di accettare una scommessa finalizzata alla creazione di un’estesa area politica con l’obiettivo di restituire la sovranità ai popoli, a partire da quello italiano. Un presupposto basato sull’art.1 della nostra costituzione secondo cui la “sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti” della Magna carta. Dunque, “mentre da più parti si chiede di rinunciare a sempre maggiori quote di sovranità nazionale, a favore di organismi sovranazionali questo movimento propone di agire in una direzione contraria”. E lo fa guardando “alle rinunce quasi mai positive con cui il Parlamento ha imposto negli ultimi anni sacrifici enormi al popolo italiano”. “La quasi totalità delle norme approvate dal Parlamento negli ultimi anni – ha spiegato Domenico Arena nel corso del congresso – deriva dall’attuazione di direttive della Commissione Europea, un organismo non eletto i cui componenti sono in gran parte sconosciuti ai cittadini. Queste direttive sono ispirate da una logica iperliberista che tutela l’interesse della grande finanza a danno dei popoli”. A seguire, “la crisi economica, la precarizzazione del lavoro, la riduzione delle tutele sociali, la privatizzazione di interi settori strategici dell’economia italiana, l’abbandono del Sud hanno fatto il resto”. Inevitabile il confronto con altri paesi europei: “In Germania – precisa Arena – a differenza di quanto accade in Italia, le direttive di Bruxelles possono essere recepite solo se non in contrasto con le norme costituzionali”. Tuttavia, il Movimento per la Sovranità non ritiene che debba essere cancellata l’Unione europea. “È il modo in cui l’Unione Europea è stata realizzata che è sbagliato: invece che l’Europa dei popoli è stata realizzata l’Europa dei mercati e delle banche. Noi siamo europeisti, ma la nostra Europa è l’Europa del Lavoro, della Filosofia, della Musica, della Poesia, del Partenone, del Colosseo, delle Cattedrali. Non quella dominata dalle banche”. E allora la discussione si sposta dall’uscita dall’Europa alla possibile uscita dalla moneta unica, cioè dall’euro. Anche questa, però, a giudizio di Arena “è una semplificazione. Bisogna piuttosto restituire la sovranità monetaria agli Stati”. C’è poi un problema nel problema. Una questione più settoriale in una più ampia. Ed è la questione meridionale. In questi anni il Mezzogiorno ha fatto diversi passi indietro. Ed oggi “la questione meridionale – aggiunge Arena – va inquadrata in un contesto molto più vasto. La rinascita del Sud non può prescindere da una politica di pacificazione del Mediterraneo e da un massiccio intervento dello Stato per arrestare il dissesto idrogeologico, valorizzare le risorse naturali, qualificare professionalmente i giovani e riconoscere il merito come unico criterio di selezione. Tutto questo diventa difficile, se non impossibile, con una Unione Europea che vieta gli “aiuti di Stato”. Se possibile, la Calabria costituisce, inoltre, un problema nel problema. Ed è la politica e la gestione della cosa pubblica ad alimentarlo. Il coordinatore regionale del Movimento per la Sovranità non fa sconti in tal senso ed esprime un giudizio fortemente critico sui primi due anni e mezzo di Oliverio a palazzo Alemanni: “L’inefficienza del governo regionale – attacca Arena – è sotto gli occhi di tutti. Nei prossimi giorni avremo forse un nuovo assetto della Giunta. È evidente che anche il Governatore si rende conto dell’inefficienza, ma non è cambiando qualche assessore che miglioreranno le cose. Non si può governare senza una visione, senza un progetto politico che parta dalla realtà”. Ma come si può cambiare? Sposando le tesi di un movimento che vede tra i suoi fondatori due uomini del passato come Alemanno e Storace? “Nessuno andrebbe a farsi curare da un medico che non ha mai fatto il medico – replica Arena – o a farsi difendere da un avvocato che non ha mai fatto l’avvocato.
Solo in politica sembra che l’incompetenza e il dilettantismo siano diventati un merito. Noi crediamo che la Politica, quella che deve costruire il destino dei popoli, debba sapere mettere insieme esperienza e giovanile entusiasmo. È quello che stiamo cercando di fare”. “È vero – conclude Arena – che molti di quelli che hanno promosso la nascita del nostro Movimento provengono da esperienze politiche in quella che è stata la destra italiana, ma destra e sinistra sono categorie politiche che hanno perso il loro significato. Oggi lo scontro è fra una élite sovranazionale che vuole governare il mondo e i popoli che vogliono essere liberi. Il desiderio di sovranità, anche se parte da destra, va oltre i confini della cosiddetta “destra” tradizionale. Noi abbiamo l’obiettivo di promuovere la nascita di un grande schieramento per la sovranità e la libertà dei popoli.