Riceviamo e Pubblichiamo
L’Aspromonte, con le sue vicende, ha affascinato il giovane reggino Luca Falcomatà, appassionato della montagna e amante della propria terra, la Calabria, tanto da indurlo a dedicare al Parco Nazionale dell’Aspromonte la propria tesi di laurea in Scienze economiche. Il neo dottore, dapprima ne ha evidenziato il sistema turistico, con le strutture ricettive, di ospitalità e i sentieri naturalistici, successivamente si è soffermato su una delle possibili innovazioni “la certificazione dei sentieri naturalistici”. L’idea di scrivere questa tesi è nata, a Berlino, a seguito di un incontro occasionale con degli escursionisti tedeschi che, conseguentemente all’invito a camminare sull’acrocoro reggino, hanno esternato che la loro attività escursionistica viene praticata prevalentemente su sentieri certificati. Incoraggiato dalla Relatrice, prof.ssa Michela Mantovani, direttore del Cat – Lab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Luca Falcomatà si è appassionato sempre più e, a mano a mano, è emersa una situazione molto interessante. In Italia, si registra solo sulle Alpi la presenza di due sentieri certificati, mentre questa realtà è molto presente nel resto d’Europa. La tesi sperimentale – redatta su un progetto realmente finanziabile – riflette l’impostazione innovativa che la professoressa Michela Mantovani ha saputo imprimere, facendo sinergia tra l’Università e gli Enti locali e in modo particolare con la neonata Città Metropolitana e il Parco dell’Aspromonte. Ma cosa sono i sentieri certificati? Sono dei percorsi naturalistici per escursionisti, che essendo certificati, garantiscono la qualità a chi li percorre. Si tratta di passare da un percorso “generico” ad un percorso “controllato e garantito” da un Ente certificatore. Per ottenere la certificazione vengono rilevati caratteristiche concernenti il sentiero, il paesaggio, i beni culturali, ecc. così come i sistemi di segnalazione e le macrostrutture dell’ambiente, permettendo di misurare il più obiettivamente possibile le forze e le debolezze del sistema sentieristico. Chi gestirà la certificazione svolgerà anche attività di ricerca, basata sul camminare, come forma intensiva dell’esperienza della natura, occupandosi delle condizioni e degli effetti del camminare dal punto di vista fisico, psichico, sociale, economico ed ambientale. La procedura prevede una verifica periodica degli standard di qualità dichiarati e dei processi di qualità applicati agli itinerari escursionistici. L’individuazione dei sentieri da certificare deve essere necessariamente fatta da esperti. L’innovazione può portare ad un allungamento della stagionalità del movimento turistico. Sempre più ci si affida, quando si decide di acquistare un vino, alloggiare in un hotel, scegliere un ristorante, a criteri di qualità come la denominazione per i vini, le stelle per gli hotel, la valutazione di tripadvisor per i ristoranti. Analogamente, in gran parte dell’Europa, viene fatto per i sentieri naturalistici. Il mercato ha numeri straordinari, attualmente vanta 40 milioni di escursionisti in tutta Europa, la maggior parte proveniente dal Nord Europa, Germania in testa, tra cui 16 milioni quelli che lo fanno all’estero. Portare un segmento di questo mercato in Italia e soprattutto in Aspromonte, migliorerebbe la situazione economica e sociale del territorio. Infine Luca Falcomatà ha rilevato che, nel sistema turistico del Parco Nazionale dell’Aspromonte, mancano dati statistici certi sulle presenze nel campo della ristorazione e ospitalità e al momento non si possono fare confronti affidabili né col passato né col futuro. Attualmente vi sono circa 2500 posti letto in sole 57 strutture ubicate in 37 comuni. Le innovazioni proposte potranno conferire valore al bene in sé, consentendogli, nel contempo, di diventare anche un importante polo di attrazione turistica. Nel relativo progetto di valorizzazione non potranno non essere inclusi e trovare spazio anche gli Enti pubblici, come il Parco Nazionale dell’Aspromonte, la Regione Calabria, la Città Metropolitana di Reggio Calabria, i comuni gravitanti nelle terre alte, l’Università Mediterranea, Calabria verde, ecc., ma anche quelli privati, come ad esempio le organizzazioni professionali del settore agricolo, agrituristico, della ristorazione, alberghiero, del commercio e dell’artigianato, assieme ad altre organizzazioni come ASL, Pro-Loco, Operatori turistici, associazioni culturali locali e federazioni del settore turistico – culturale. Dopo aver individuato un possibile sentiero da certificare dal quale partire, Falcomatà ha realizzato una brochure e il logo per la certificazione dei sentieri aspromontani. Emerge anche il ruolo propulsore che la sezione Aspromonte del CAI svolge da 85 anni a favore del territorio dell’Aspromonte. La tesi ha riscosso molto interesse fra imprenditori e studiosi che vorrebbero realizzare un reale progetto di sviluppo.