Preoccupazione per gli accolti nelle case famiglia
«Siamo fortemente preoccupati per la sorte di tante persone, tra cui numerosi bambini, con disabilità gravissima accolte nelle nostre case famiglia. Si tratta di persone che non possono esprimere in autonomia la loro volontà a causa del loro handicap. Con questa proposta di legge, il rappresentante legale del minore o della persona incapace potrebbe interrompere qualsiasi tipo di cura, anche l’idratazione e l’alimentazione, staccando la Peg o la Tracheo usati da molti di loro per vivere». Con queste parole Giovanni Paolo Ramonda , Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII , interviene in merito alla discussione nell’Aula della Camera dei Deputati sul disegno di legge sul testamento biologico. Continua Ramonda: «Questa legge, se approvata, aprirebbe ad una forma di eutanasia omissiva. Inoltre l’assenza della possibilità di ricorrere all’obiezione di coscienza per un medico porta il paese ad una deriva di tipo totalitario». «Le persone con disabilità gravissima che accogliamo hanno voglia di partecipare, di andare sulle alte vette, di vedere il mare, di incontrare un sorriso. Desiderano avere qualcuno che si giochi la vita con loro. La sofferenza — conclude Ramonda — non è data dall’handicap o dalla malattia, ma dalla solitudine che si crea a causa di queste condizioni». La Comunità di don Benzi ha pubblicato sul proprio sito un documento relativo al disegno di legge in discussione.