Cannizzaro:”A Reggio rimangono in Volo solo le menzogne mentre a terra resta la disperazione di fondi persi e risorse sprecate”

L’Amministrazione comunale è in uno stato confusionale assoluto, è le sue gravi lacune e negligenze cominciano a produrre effetti devastanti per la vita di Reggio Calabria. Non si vive di soli proclami ed annunci, la strada indicata dal premier Renzi si è rivelata priva di futuro e soprattutto autolesionista, ma a Reggio si finge di non comprendere. Si continuano a sciolinare elenchi assurdi di finanziamenti annunciati da sempre e mai giunti realmente, Patto per il Sud, Pon Metro e Sicurezza, Decreto Reggio, Bando periferie e chi più ne ha più ne metta, proclami che si scontrano con la dura realtà che i reggini vivono quotidianamente: periferie abbandonate, strade distrutte, sporcizia dilagante, fogne a cielo aperto, manutenzione pari allo zero, fenomeno del parcheggio selvaggio ormai incontrollabile, intere zone abbandonate al proprio destino. Una terribile sensazione di abbandono che i “giovani” amministratori comunali ignorano e nascondono perfino a loro stessi, anzi, tentano di deresponsabilizzarsi ad ogni comunicato stampa. Oggi la misura è colma, e la drastica decisione di Alitalia, sommata all’esito disastroso del Bando periferie, conferma l’incapacità politica ed amministrativa di una intera classe dirigente locale che vive una sudditanza becera all’ombra arrogante di un governo autoreferenziale ed irresponsabile. Solo martedì, il Governatore Oliverio incontrava il ministro Del Rio e parlava con il presidente di ENAC, manifestando il solito inutile annuncio “epocale” di aver pianificato il rilancio dell’aeroporto Tito Minniti e la consacrazione definitiva che la SACAL avrebbe risolto tutto. Stessa giornata, stesso proclamo, stile PD renziano, il sindaco Falcomatà parla di risanamento e rilancio dello scalo reggino, “una inversione di tendenza necessaria a programmare il futuro” afferma lui, e allora noi ci chiediamo: chi sono gli interlocutori di Falcomatà e Oliverio a Roma? Il Gatto e la volpe di Pinocchio? Delle due l’una, o erano bugiardi consapevoli, o vittime sacrificabili di un governo bugiardo e consapevole! Di sicuro il comunicato stampa di Alitalia non lascia dubbi in merito alle responsabilità di questo epilogo drammatico, e snocciola, con assoluta chiarezza, la tempistica e le soluzioni che andavano assunte, con coraggio e fermezza, invece di perdersi in inutili chiacchere e slogan trionfalistici dall’esito dannoso. Il margine di recupero che la società di bandiera offre è minimo, ma con tenacia e caparbietà, e soprattutto con i fatti, si può sperare, si deve sperare. Certo, che Falcomatà “apprende dalla stampa” è gravissimo, e che parla di “ipotesi da confermare” vuol dire che sconosce completamente le reali dimensioni della vicenda, come sperare di uscirne scaricando sul governatore Oliverio, cioè il “re del nulla”, il da farsi e limitandosi a minacciare discese in piazza o paventando eventuali azioni eclatanti, a proposito di azioni eclatanti se non adesso quando. La sensazione è che la vicenda non avrà, purtroppo, un epilogo felice. E sull’eventuale arrivo di nuovi vettori nazionali ed internazionali in riva allo stretto, mi domando con quale spirito potrebbero mai solo immaginare di investire taluni manager in uno scalo dove perfino la principale compagnia di volo del Paese fugge al grido di perdite milionarie! Che nostalgia il comunicato stampa di Alitalia del 7 marzo 2014, esattamente 3 anni addietro, stessa compagnia e stesse parti in causa, ma dai contenuti completamente opposti! 8 marzo 2017, invece, un futuro amaro per i reggini in volo, ma anche chi sta a terra non se la passa meglio. Basti pensare alla ingiustificata capacità di spesa prodotta da Palazzo San Giorgio negli ultimi anni, e certificata solo negli ultimi periodi, che ha fornito cifre inconfutabili da far impallidire dieci staff di Donald Trump, e che si scontra con l’assoluta incapacità di produrre elaborati progettuali degni di positiva considerazione. Il bando sulla riqualificazione sociale delle aree urbane degradate rappresenta un altro epilogo fallimentare, e che pone altri quesiti inquietanti: ma possibile che non siano stati individuati progettisti e burocrati capaci di fornire validi elaborati che fotografassero l’indigenza delle nostre degradate aree urbane? Oppure i “giovani” amministratori comunali non vedono il degrado che li circonda, e il che spiegherebbe molte cose. Spese eccessive che non trovano alcuna valida giustificazione nei risultati anzi, “l’ammissione di colpa” che si registra da palazzo San Giorgio, viene affidata all’inesperienza amministrativa di chi deve ancora comprendere che i bandi hanno il compito di valutare i progetti migliori, quelli meritevoli, gli elaborati che offrono garanzie di realizzazione. Ingenuo quanto ridicolo pensare che i parametri qualitativi siano un analogia di quelli partecipativi e che lo scorrimento delle graduatorie siano atti dovuti e che addirittura coprano anche i defenestrati, o meglio coloro con il punteggio peggiore. Ipocrita continuare a sostenere l’insostenibile giustificando il fallimentare esito di un’azione sconclusa e dispendiosa dell’amministrazione cittadina, come se ai bandi del governo l’importante fosse partecipare. Qualcuno spieghi a questi ragazzi di sport (occasionale!), che in questo tipo di competizione l’importante è vincere! Annichilente giustificarsi con il mancato utilizzo del personale della ex provincia, oltre che mortificante per il personale e le professionalità già presenti in ambito comunale. Oggi la città si chiede quali vantaggi ha portato la vicinanza politica al premier Renzi, oltre a improvvise passeggiate ed inutili inaugurazioni, il perché di molteplici promesse rimaste inevase, e tutto questo mentre il governo continua e defenestrarci da finanziamenti e risorse pubbliche. Eppure la costellazione astrale del Pd è favorevole, comune, città metropolitana, regione, governo ed alta burocrazia, ma il destino di Reggio Calabria sembra non cambiare, anzi precipitare sempre più. Forse la doppia velocità che Bruxelles auspica per relegare finalmente l’Italia in una serie B europea, in Calabria è già realtà, grazie ad un PD che si distingue sempre da ciò che promette e da ciò che poi realmente non mantiene.

Francesco Cannizzaro – Capogruppo Cdl – Consiglio regionale

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