Integrazione! Questa la parola chiave che sta alla base della realizzazione del progetto “Lo sport come fattore di inclusione sociale”, messo in piedi dall’Asi (Associazioni Sportive e Sociali Italiane) e da Aster Intercultura, ente gestore dei progetti S.P.R.A.R. finanziati dal Ministero dell’Interno ai Comuni di Campo Calabro e Sant’Alessio d’Aspromonte che, con il patrocinio degli stessi, si uniscono nella realizzazione dei comuni obiettivi di orientamento al lavoro e orientamento al territorio. Un progetto di inclusione ed integrazione dal grande valore sociale che si esplica su tre livelli: formazione, informazione e partecipazione. Una collaborazione positiva ed efficace per il raggiungimento di uno scopo tanto ambizioso quanto importante, che passa attraverso i valori altamente formativi dello sport.
La presentazione, nonché focus sulla “seconda accoglienza” dei migranti e sulle peculiarità della stessa, ha visto la partecipazione, oltre agli esperti e agli attuatori del progetto, anche di rappresentanti istituzionali ed i vertici del mondo sportivo calabrese. In sala, anche, gli alunni delle terze classi dell’Istituto Comprensivo “Campo Calabro- San Roberto”. Dopo i saluti istituzionali di Domenico Idone, Sindaco di Campo Calabro, Maurizio Condipodero, presidente del Coni Calabria, ha posto l’accento sulla universalità del linguaggio sportivo che non conosce confini né barriere, carta vincente del progetto. Quindi l’incontro, moderato dalla giornalista Federica Morabito, è andato avanti con le relazioni di Gianluca Ielo, Presidente A.S.I. Città Metropolitana Reggio Calabria: “Il progetto “SPRAR” ed esempi di integrazione interraziale attraverso lo sport”; Pino Alampi, Esperto di immigrazione, già Resp. Prot. Civ. Comune di Reggio Calabria: “Lo sport momento di integrazione ed opportunità di inserimento lavorativo”; Vincenzo Spinola, Docente Nazionale A.S.I.: “La formazione tecnico sportiva dei migranti: problematiche affrontate e soluzioni”. Le conclusioni sono state affidate a Michela Alampi, Responsabile del progetto per Aster Intercultura, che ha tirato le somme e spiegato ai ragazzi che gremivano la sala cosa significasse diversità, come opera lo S.P.R.A.R. sul territorio italiano e locale ed ha offerto preziose nozioni, nonché una bella testimonianza fatta di accoglienza e di integrazione.
Così l’articolato progetto che ha permesso la formazione di 7 ragazzi immigrati e che prevede il loro affiancamento ad istruttori ASI per 2 lezioni alla settimana (una per ogni Comune) per la durata di due mesi, si completa trasformandosi da opportunità di inclusione sociale a concreta occasione lavorativa, attraverso le associazioni operanti sul territorio e collegate all’Asi. Il progetto ha infatti messo in luce e perfezionato le attitudini dei giovani che vi hanno partecipato offrendo loro una nuova occasione di vita, camminando sulle proprie gambe. Da non trascurare l’aspetto formativo rivolto, non più ai migranti, ma ai giovani allievi che entreranno in contatto con l’interculturalità “in carne ed ossa” e non più come concetto astratto, acquisendo una nuova dimensione di vita che più si addice al futuro che hanno dinnanzi. Sport e lavoro, dunque, la relazione vincente, resasi possibile grazie al connubio tra Asi e Aster intercultura. Momento clou di questa seconda fase dedicata all’informazione, la consegna dei Diplomi di Operatore di base Tecnico/Sportivo ai ragazzi che hanno intrapreso questo percorso formativo già da qualche settimana. Ecco che la seconda accoglienza si trasforma in inclusione sociale, in opportunità lavorativa e, di conseguenza, in arricchimento sociale dell’intero tessuto sul quale opera.