La ricostruzione delle operazioni ha consentito ai finanzieri di svelare un articolato sistema di frode che ha visto coinvolte diverse aziende, operanti nel settore dei trasporti sul territorio livornese, alcune delle quali, attive tra il 2010 e il 2013, hanno subappaltato l’effettuazione di prestazioni di trasporto ad imprese rivelatesi “cartiere”, prive, cioè, di una effettiva capacità patrimoniale, sprovviste di un reale impianto contabile, intestate a “prestanome” ed inottemperanti, di fatto, agli obblighi fiscali. Queste ultime, attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse da altre ditte, sempre riconducibili all’arrestato, hanno formalmente immatricolato numerosi trattori stradali e semirimorchi, senza esserne mai state, di fatto, le effettive Ghost Truckproprietarie. In tal modo, le imprese “cartiere”, c.d. “missing trader”, si sono fittiziamente dotate di un parco veicolare (di cui in realtà non disponevano) ed hanno, al pari, formalmente assunto personale impiegato come “autista”, il quale, tuttavia, era gestito direttamente dall’imprenditore dominus della frode, per il tramite delle società beneficiarie della frode. Le stesse “cartiere” emettevano, a loro volta, fatture gonfiate aventi ad oggetto l’esecuzione di prestazioni di trasporto a favore delle imprese beneficiarie, consentendo a queste ultime – reali titolari dei mezzi di trasporto e dirette beneficiarie delle prestazioni rese dagli autisti, dalle medesime “di fatto” dipendenti – l’indebita deduzione dei relativi costi, la detrazione dell’I.V.A. esposta in fattura e il mancato pagamento degli oneri contributivi e previdenziali connessi al personale. Le imprese cartiere hanno, altresì, sistematicamente omesso la presentazione delle dichiarazioni, il versamento delle imposte e degli oneri contributivi e previdenziali, qualificandosi come “evasori totali”. Le investigazioni, svolte anche attraverso indagini finanziarie e audizioni di numerosi soggetti, hanno avuto ad oggetto 11 soggetti economici ed hanno portato alla denuncia alla Procura della Repubblica di Livorno, oltre che dell’imprenditore arrestato, di ulteriori 17 persone, per i reati, a vario titolo, di emissione ed utilizzo di false fatture, omessa dichiarazione, omesso versamento di I.V.A., distruzione di documentazione contabile, falsità ideologica, riciclaggio e bancarotta fraudolenta. A tale ultimo riguardo, le attività di indagine hanno permesso di rilevare come il soggetto tratto in arresto, unitamente ad altri, abbia distratto da una società al medesimo riconducibile ingenti somme di denaro e numerosi beni mobili registrati. In sede di esecuzione del provvedimento cautelare, i militari del Gruppo di Livorno hanno sottoposto a sequestro n. 35 automezzi per il trasporto di merce – tra cui n. 10 trattori stradali (marca Mercedes, Scania, Iveco) e n. 24 semirimorchi oltre ad un’autovettura marca Mercedes – per un controvalore di oltre euro 300.000, oltre a quote societarie.
fonte — http://www.gdf.gov.it/