Già 110 casi registrati e 30 morti sospette. La grave epidemia dopo l’Africa rischia di estendersi non solo in Sud America, ma anche in Asia e in Europa. Il virus è trasmesso dalle zanzare. Italia a rischio?
Non c’è solo la minaccia di Zika, l’infezione da virus che, partita dall’emisfero Sud, potrebbe, nei prossimi tempi, raggiungere anche l’Europa. La nuova emergenza si chiama febbre gialla: sta già colpendo l’Africa da alcuni mesi, con la peggiore epidemia mai verificatasi dal 1986. I timori legati a un allargamento del focolaio della malattia trasmessa dalle zanzare, segnala lo “Sportello dei Diritti”, sono stati alimentati, questa settimana, dalla conferma di casi di febbre gialla in Brasile. Il governo dello Stato di Minas Gerais, nel sudest del Brasile, ha decretato l’emergenza di sanità pubblica per 180 giorni in 152 città della regione colpite da un’epidemia di febbre gialla. Dall’inizio dell’anno sono già 110 i casi registrati e 30 le morti sospette per il virus. Secondo la locale segreteria di Salute, la trasmissione finora è avvenuta solo in aree rurali. La febbre gialla viene trasmessa dalle stesse zanzare che diffondono i virus Zika e Dengue, in particolare sarebbe opera della zanzara Haemagogus, anche se si tratta di una malattia molto più grave che si manifesta in molti pazienti con ittero e febbre (da cui la definizione di “febbre gialla”). Nello specifico, dopo un periodo di incubazione di 3-6 giorni, si manifesta con dolori muscolari, mal di testa e di schiena, anoressia, nausea e a volte vomito, sintomi che di solito si risolvono in una settimana. Ma in un caso su sette, la malattia va avanti: compaiono, febbre alta, sanguinamenti, ittero (ecco il nome febbre gialla: la cute si colora di giallo perché il fegato è compromesso) e danni renali, con un tasso di mortalità del 50 per cento. Ogni anno la febbre gialla provoca 30 mila morti, la maggior parte in Africa. La situazione attuale è molto preoccupante dato che, nonostante si disponga di circa sei milioni di dosi di vaccino di riserva per le emergenze, non è stato ancor individuato un modo rapido per incrementare la produzione quando vi è un picco di richiesta. Il nostro Paese sembra al sicuro dalla pericolosa malattia, ma finché i vaccini scarseggeranno la probabilità che la febbre gialla arrivi in Italia così come in ogni altra parte del mondo non è da escludere del tutto dato che non si può fermare la mobilità internazionale. In ogni modo, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita coloro che partono o rientrano dal Brasile, tradizionale meta dei viaggi, a non allarmarsi e a rivolgersi al proprio medico di base in caso di sintomi febbrili.
CS “Sportello dei Diritti”