Una storia di tipiche mele marce. Italiane doc ovviamente… Eh si ché, in aiuto dei soliti fautori della politica dell’odio e della diffidenza verso lo straniero, puntualmente giungono e balzano agli onori della cronaca le malefatte nostrane connesse al problema. Il tema è quello dei flussi migratori e di come lo Stato affronta il fenomeno, doverosamente e con giusto spirito umanitario, prevedendo una filiera che coinvolge in massima parte l’iniziativa privata e le organizzazioni di volontariato. Tuttavia, qualche volta e inevitabilmente, le procedure offrono il destro ai soliti lestofanti senza scrupoli che, in nome dei più nobili propositi che stanno alla base dei provvedimenti in materia e remunerandosi coi relativi stanziamenti pubblici, approfittano per speculare sulla pelle dei disperati e di conseguenza a scapito delle tasche dei contribuenti. Oggi è toccato alla Basilicata il triste primato. Una organizzazione falsificava, secondo l’accusa degli inquirenti, le presenze degli ospiti migranti presso le strutture di accoglienza gestite, percependo indebitamente i contributi procapite destinati ai richiedenti asilo nel nostro paese. Parliamo di circa 30-35 euro al giorno per persona che in massima parte servono a coprire i costi del personale di assistenza e delle strutture ricettive adibite. D’accordo poi con altri operatori, facendo “cartello” per così dire nelle gare di aggiudicazione dei servizi, sempre secondo l’accusa, sembra si sia perpetrata la classica turbativa d’asta emersa da alcune intercettazioni in cui i partecipanti alla gara d’appalto oggetto di indagine si accordavano sul massimale di sconto da praticare, vanificando di fatto l’efficacia della procedura volta a conseguire la massima economicità di spesa.
Non ci piace pensare, né tanto meno scrivere che dietro l’imponente macchina di solidarietà e accoglienza per questi sfortunati fratelli possa celarsi diffusamente il malcostume che purtroppo in molti casi ha caratterizzato e ancor oggi caratterizza la gestione della spesa pubblica, con accordi sotto banco, tangenti e false attestazioni come nell’episodio raccontato. Sarebbe però utile un contributo al dibattito in modo propositivo, magari da parte di chi vive in prima persona questa realtà, raccontandola in maniera obiettiva, sia nel senso positivo delle buone pratiche a mo’ di vademecum per chi abbia a cuore il miglioramento delle “performance”, ma anche evidenziando falle e criticità per cui siano necessari interventi correttivi utili al mantenimento dei livelli qualitativi certamente prefissati dalla Amministrazione Pubblica che sovrintende la gestione del fenomeno.
Sul versante della dignità umana, purtroppo, non offriamo certo un bello scenario complessivo. Ché se da un lato gli stanziamenti consentono di fornire a questi sfortunati prima di tutto la salvezza dal mare in tempesta e, in seconda battuta, alloggio, viveri, vestiario e il cosiddetto pocket money di soli 2,5 euro al giorno per le necessità personali, di contro questa gente non impegnata in attività, inevitabilmente, si ritrova per le vie cittadine a elemosinare ciò che probabilmente avrà sognato di guadagnare, una volta giunti a destinazione affrontando il terribile viaggio di cui tutti abbiamo contezza dalle cronache raccontate in questi tristi anni. Sperando poi che non si ritrovino per giunta a pagare una sorta di “TOSAP” a qualche malavitoso rionale per il posto occupato al semaforo o alla porta di un bar o supermarket. Quanto sarebbe invece più umano impiegare queste persone in un lavoro, anche umile e modesto, ma, in quanto utile alla collettività, dignitoso. Ci viene in mente in proposito l’esperienza nostrana di Riace frutto della brillante visione del Sindaco Mimmo Lucano, di cui si può certamente essere fieri. Una eccellente pratica di accoglienza che fa a pugni con quel che avviene nel resto del Paese e con la carità pelosa degli ipocriti fatta di passività che, stando alla cronaca odierna, può a volte lasciar spazio al verificarsi di reati che altro non fanno se non screditare agli occhi dell’opinione pubblica chi con passione ed onestà si spende in questi ambiti, alimentando luoghi comuni e odio fratricida.
Maurizio Mallamaci