Pesca illegale: denunciati 6 romeni per bracconaggio ittico sul Po

 Sequestrati quattrocento chili di carpe e siluri non idonei al consumo e privi delle necessarie autorizzazioni

Milano –  Denunciati dal personale del Corpo forestale dello Stato sei cittadini romeni per “bracconaggio ittico”. L’operazione del 23 Dicembre 2016,  rappresenta uno dei primi casi di applicazione del reato di bracconaggio ittico ed ha stroncato l’attività di una banda di cittadini di nazionalità  romena attivi principalmente sul fiume Po’ ma anche sul Ticino e su  affluenti nelle  province di Milano, Lodi e Pavia. Grazie ad una intensa attività investigativa sul fenomeno i Forestali hanno avvisato la Procura di Pavia che ha assunto le indagini e disposto l’esecuzione di perquisizioni su due siti sospetti. All’alba i Forestali dei Nuclei Investigativi di Milano, Pavia e Lodi, con il supporto dei Comandi Stazione di Pavia e Zavattarello,  hanno fatto irruzione in due aree nei Comuni di Pieve Porto Morone e Pietra de Giorgi in Provincia di Pavia. Nel sito di Pieve Porto Morone (PV), l’esito dell’attività, protrattasi fino a tarda sera, ha permesso di scoprire l’esistenza di una vera e propria “centrale operativa” di filiera del pescato illegale, gestita da un’organizzatissima banda di cittadini romeni che avevano terminato l’ultima razzia notturna di pesca di frodo. I Forestali, al loro ingresso nell’area recintata ed occultata da teli,  hanno rinvenuto due furgoni, diverse celle frigorifere, barche da pesca, reti, uncini, cassette per lo stoccaggio del pesce, pastura e soprattutto numerose batterie ad alto voltaggio in carica, cavi di rame ed elettrostorditori. Tutti i materiali presentavano inequivocabili segnali di recente utilizzo. In una cella frigorifera, infine, è stato rinvenuto il pescato della notte consistente in circa 400 kg di carpe e siluri assieme a cassette contenenti ghiaccio per la conservazione. Presenti altresì banchi per la lavorazione del pesce e contenitori di interiora sinonimo di recente lavorazione del pescato. Subito identificati i cittadini romeni. Nei loro alloggi sono stati rinvenuti abbigliamento da pesca, stivali, torce e componenti per realizzare attrezzature elettriche da usare sul fiume. Nei loro confronti si procederà per i reati di “bracconaggio ittico” nonché per reati connessi alla illecita gestione/commercio di alimenti. I veterinari dell’ATS di Pavia hanno disposto la distruzione del pescato per violazione delle normative sanitarie, riscontrando la non idoneità al consumo e l’assoluta mancanza di tracciabilità. Sono tutt’ora in corso le indagini per accertare la destinazione commerciale del pescato evidentemente privo della necessaria documentazione e ricostruire il resto della filiera illecita. Il pesce era destinato probabilmente in gran parte al mercato estero, principalmente romeno, dove queste varietà ittiche sono molto ricercate. L’attività, frutto delle determinate e complesse indagini rese quanto mai difficili per le modalità di tempo e di luogo, ha permesso di  smantellare il “quartier generale” dell’attività illecita.

fonte  —  http://www.corpoforestale.it/

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