Chi è costui? Che con pacata arroganza risponde a chi sulla sua pagina facebook lo accusa di censurare i suoi interlocutori? Semplicemente un medico. Appassionatamente uno scienziato. Docente di Microbiologia e Virologia dal 2004 presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Un vissuto di ricerca alle spalle con importanti esperienze a livello internazionale. Ultra convinto sostenitore della vaccinazione. Indignato della teorie a confutazione sempre più dilaganti sul web e quasi sempre provenienti da fonti sostenitrici del cosiddetto complottismo ad ogni costo. Non le manda a dire il medico Burioni dalla sua pagina che egli stesso sostiene alimentare per pura passione di divulgazione scientifica. Potremmo dire un baluardo contro tutto ciò che di scientifico ha poco o nulla e che spesso orienta, disorientandola, l’opinione pubblica su temi cruciali come quello della salute.
Viviamo nel tempo del consenso informato, della libertà di scelta della cura, ma ogni libertà affinché possa essere esercitata consapevolmente deve avere alla base una corretta conoscenza dei fatti. E lui i fatti li conosce eccome. E le sue convinzioni le fonda sui dati, sulla ricerca, sulle osservazioni della casistica scientifica. Senza fantomatici sospetti circa la veridicità. Perché, come lui sostiene, i dati di studio vanno letti da chi ha studi alle spalle. Vanno interpretati da chi ha gli strumenti per farlo. Ed è partendo da queste semplici considerazioni che garbatamente, ma facendo scalpore in rete, ha risposto lapidario a chi lo accusava di cancellare i post sulla sua pagina. La sua censura impietosa la fonda sull’esigenza di evitare che il suo tempo prezioso dedicato alla divulgazione venga in qualche modo vanificato da commenti incompetenti e link a contributi secondo lui non attendibili. “È di ieri la notizia di un bambino, che pur vaccinato, è gravemente malato a causa del meningococco C. Questo fa sì che nascano dei dubbi sull’efficacia del vaccino. Ma è come dubitare dell’utilità del casco perché un motociclista è morto in un incidente pur indossandolo.” Scrive in un suo post in maniera schietta ed efficace. Una frase, infatti, strumentalmente decontestualizzata dall’ambito di studio e dai dati statistici, fa certamente clamore, insinua il germe del dubbio, ma è solo sensazionalismo e non fa un buon servizio alla collettività. Come non essere d’accordo? Basti pensare ad esempio quanti ciarlatani, grazie al discredito per la medicina ufficiale prodotto anche delle teorie complottistiche sulle case farmaceutiche, approfittano di poveri cristi persuasi a percorrere strade alternative ed improbabili nella lotta contro il cancro. Facile e ovvio sostenere che la chemio abbia più effetti collaterali che efficacia contro la malattia. Ancor più facile è sostenerlo quando non si ha da decidere della propria vita. Responsabile sarebbe, da perfetti incompetenti quali siamo, affidarci alla medicina ufficiale. Perché ufficialmente questa ha diritto di parola nel nostro assetto sociale. Ciascuno rimane libero di scegliere ovviamente, ma dovrebbe astenersi dal fare opinione se non ne ha competenza. Detta così sembra aspro, antipatico. Da un lato Burioni ammette che “seppur la scienza non sia un’opinione, le modalità con le quali viene comunicata sono aperte alla discussione nella quale ognuno può pensarla come crede” e rispondendo ad un’interlocutrice che gli obietta come la comunicazione scientifica sia una disciplina a tutti gli effetti e vada fatta nelle sedi opportune (riviste specializzate, convegni, etc.) ammette anche candidamente e senza difficoltà la sua “totale ignoranza nel settore della comunicazione scientifica” qualificandosi come un fortunato dilettante che ha trovato una “chiave comunicativa” senza alcuna formazione specifica e riferendosi alla sua esperienza “social” spera di non fare troppo danno, contando sul fatto che, seppur le modalità siano forse sbagliate, il messaggio è convinto, comunque, essere quello giusto.
Riguardo all’opportunità ed alla validità dei vaccini è categorico: “Chi le nega è un pazzo, e – se medico – un delinquente che con le sue bugie porta i genitori a scelte che poi vengono pagate molto care dai figli, la cui morte è sulla coscienza di questi buffoni”. Probabilmente nella democrazia partecipativa della rete ognuno continuerà a sostenere il diritto proprio e di ciascuno ad esprimere opinioni, convinzioni e proselitismi circa teorie alternative alla scienza ufficiale. Ma nel panorama social certamente una figura appassionata come quella di Roberto Burioni che taglia corto con il bon ton e ci racconta che 2 + 2 non fa 5 fin quando qualcuno non lo dimostri rimane un faro nel mare sempre agitato dell’informazione e della comunicazione di massa.
Maurizio Mallamaci