Tempo di luci e fiocchi rossi. Il Natale è la festa della famiglia e degli amici ritrovati. Attendiamo che arrivi e poi con l’inizio del nuovo anno appuntiamo buoni propositi. Molto spesso, però, il Natale porta con sè nostalgia e malinconia, nella misura in cui tornano alla mente profumi del passato e ricordi. Allora se ciò avviene o se questo temiamo, nell’intento di non pensare, investiamo il nostro tempo nel fare, organizzare. Come se perdere l’occasione di essere felici in queste feste significasse subire un grave torto, un’ingiustizia. Dall’imperativo “Divertiti e sii felice”, sembra non si possa prescindere. Talvolta accade un miracolo e ci sentiamo bene per davvero. Ma presto, l’illusione del momento, se legata a felicità effimera, non mantiene il risultato atteso, e il sogno di un prolungato senso di contentezza quasi mai si avvera. Di fronte al problema, la nostra mente si mette in moto per trovare la soluzione. Si affatica, spesso si biasima. Liste di guru e manuali dell’adattamento ci illuminano il cammino. E ancora una volta subentra il conflitto tra ciò che sentiamo di voler fare e ciò che ci invitano a fare. Il punto è che se continuiamo a destinarci a ciò che culturalmente pensiamo sia la felicità, in questo caso quella natalizia, l’obiettivo rimarrà incompiuto. Allora ciò che possiamo fare è scegliere di accostarci alla nostra realtà mentale, anche se costellata di pensieri, immagini ed emozioni spiacevoli, come momento dedicato alla connessione con noi stessi. È vero questo potrebbe significare mettere in discussione il concetto di sè, degli altri e del giusto o sbagliato. Ma d’altro canto smettiamo di essere in balia delle emozioni e con sana curiosità andiamo alla scoperta di un nuovo modo di vedere e di essere nel mondo. Per questo non serve un programma, bisogna aspettarsi di tutto e spesso seguire delle regole è da intralcio. Basta provare ad allontanarsi dalla nostra zona di comfort con la certezza di sapere dove si trova la propria casa, noi stessi. Se pensiamo ai preparativi del Natale come ciò che va riconfermato nonostante abbia smesso di entusiasmarci da tempo, il risultato sarà scadente e ci ritroviamo con un senso di inutilità e incapacità alle stelle. Quanto costa allora provare a considerare la questione non come l’ennesimo impegno di vita? Ad esempio mettendoci all’opera (che sia riempire l’albero di luci e colori, realizzare il presepe o qualsiasi altro rito) solo dopo aver osservato le nostre emozioni nel corpo e averle accettate. Sforzarsi di essere felici, sarebbe come negare che il mare sia mosso e rischiare di tuffarsi con esiti spiacevoli. Se il mare davanti a noi è burrascoso e non siamo abili nuotatori potremmo osservare i suoi movimenti e i suoi colori. Sentire il sole che ci scalda e magari gustare un buon drink. Dunque Stupiamoci! Di tutto ciò che proviamo. Fermiamoci, ad ascoltare le nostre sensazioni. Accettiamo che giungano alla nostra mente immagini antiche già vissute. Sintonizziamoci con le nostre emozioni. Senza negarle. Siamo tristi? Va bene così. La tristezza è il modo di essere noi stessi in quel momento. È spiacevole, come un dolore acuto. Ma se proviamo a non controllare questo processo, la tristezza potrebbe diventare nostra alleata. Perché è il segnale che ci riporta a stare con noi stessi, e a quel punto potremmo anche scegliere di coccolarci! Allora potrebbe capitarci di notare una spinta di positività incoraggiarci, e rischiare così di vivere davvero un momento piacevole. Entrare in contatto con noi stessi, d’altra parte, aumenta la consapevolezza di chi siamo e di cosa proviamo, e dunque di ciò che vogliamo fare con noi stessi. Osservare, descrivere ciò che abbiamo osservato, e partecipare, sono concetti che appartengono alla mindfulness, una pratica derivante dalla meditazione zen. Questa può aiutarci, ad aumentare il livello di consapevolezza e di sintonia con il mondo. Se abbiamo davvero parlato a noi stessi, se ci siamo ascoltati e capiti, possiamo ora sperimentarci in nuove esperienze. Occorre smettere di farci consigliare sempre dalla paura. Il Natale é in tutto il mondo, nella propria casa, nella propria città, per strada, in un altro continente. Con occhi nuovi tutto appare diverso. E allora senza attenderci nulla, proviamo questo Dicembre a cogliere l’occasione di festeggiare saggiamente il viaggio con noi stessi.
Olga Iiriti, Psicologa