29\11\2012 – Sulla clamorosa bocciatura della Corte dei Conti, continua il silenzio del Sindaco e della sua ex Giunta, l’uno e l’altra distratti dalla campagna referendaria. La conferenza stampa di sabato scorso ha messo a nudo il grossolano espediente aritmetico escogitato da Palazzo San Giorgio nella riformulazione del Piano straordinario di riequilibrio sulla quale si è acceso il semaforo rosso della Corte dei Conti Calabrese, ma oggi è doveroso trarne conclusioni sul piano prettamente politico.
1) Intanto, va ricordato all’assessore Neri che quello che lui ha presentato come il primo bilancio veritiero e trasparente è solo un bilancio in linea con precisi obblighi imposti da una legge dello Stato (D. Lgs. n. 118/2011) avente come destinatari tutti gli enti pubblici, non già il solo Comune di Reggio Calabria, e come finalità la eliminazione degli elementi che nel corso degli ultimi decenni hanno drogato i conti pubblici ad ogni livello territoriale: il tempo della propaganda è finito da più di due anni ed è giunto il momento che i signori della “Svolta” la smettano di alimentare bufale che hanno raso al suolo la città come neppure avvenne sul finire del remoto 1908;
2) L’amministrazione comunale in carica, dopo avere per anni cavalcato la tigre della clamorosa voragine nei conti di Palazzo San Giorgio, deve solo scusarsi davanti all’intelligenza del Popolo Reggino, ciò anche per avere bellamente assecondato l’estro, bizzarro e bislacco, di quel cattedratico (di materia che nulla ha a che vedere con i numeri) spinto dall’afa di luglio del 2015 ad addirittura stimare il famigerato “buco di bilancio” oltre il muro del miliardo di €uro, nonostante le cifre del disavanzo al 31.12.2014 fossero quelle accertate nel luglio 2011 dalla Giunta Arena, e, soprattutto, le stesse cifre fossero rimaste invariate a seguito della penetrante attività di monitoraggio e controllo dei commissari prefettizi, senza che l’assessore Neri ed il Sindaco Falcomatà abbiano trovato nulla da obiettare;
3) Il disavanzo di 118 mln €uro certificato nel 2011 dalla Giunta Arena si colloca nella media dell’emorragia subita dalle casse di tutti i Comuni d’Italia, e non è affatto un caso che il Presidente della Repubblica abbia espressamente riconosciuto a Bari, il 12 ottobre scorso, in sede di Assemblea ANCI: “per un lungo ciclo i Comuni hanno pagato un prezzo elevato alle restrizioni del bilancio dello Stato; i tagli hanno anche inciso su sprechi e indotto a pratiche migliori, ma talvolta hanno colpito nel vivo il tessuto sociale, i servizi alle persone, gli investimenti, la manutenzione, il sostegno alla crescita, aumentando il divario sociale; linee di frattura si sono accentuate tra Nord e Sud, tra città metropolitane e aree interne, tra ceti sociali, tra generazioni”;
4) L’ordinanza del 6 settembre scorso della Corte dei Conti lamenta la mancata allegazione, da parte del Comune di Reggio Calabria, di importanti documenti (parere dei Revisori dei Conti e di quelli di regolarità tecnica e contabile) che avrebbero dovuto necessariamente corredare la proposta di riequilibrio, e ciò non rende chiaro se e come l’amministrazione comunale vigili sulla burocrazia, così come appare poco chiaro se le mancate allegazioni di cui sopra siano o meno dimostrative di una non corretta unità d’intenti di chi è chiamato a dare indirizzi e chi invece deve agire sul piano gestionale, o se invece quelle stesse inopinate carenze di allegazioni documentali costituiscano o meno un atto di cortesia della burocrazia alla politica o della seconda verso la prima;
5) Poichè la Sezione Calabrese di Corte dei Conti, nel motivare lo stop intimato alla superficialità degli inesperti amministratori, ha richiamato espressamente un dato normativo di formulazione chiara e la interpretazione di esso, altrettanto chiara ed autorevole, fornita sin dal 15 aprile 2016 dalla Sezione Autonomie della Corte dei Conti con delibera n. 13, è lecito chiedersi se tale pronuncia sia sfuggita ai burocrati reggini ed, ancora, quale sia il livello della interlocuzione tra gli organi politici e quelli tecnici di Palazzo San Giorgio (si dica ai Reggini “chi fa la vacca a chi”);
6) E’ inammissibile che gli amministratori in carica, ormai privi della foglia di fico delle “responsabilità delle precedenti amministrazioni”, riversino ancora sul groppone delle future generazioni il peso (id est: il sin troppo comodo ripianamento in trent’anni) delle scellerate politiche europee che hanno provocato drastici tagli dei trasferimenti statali agli enti territoriali, e rinuncino, per sterili ragioni di pennacchio (che hanno già prodotto l’intollerabile ed autolesionistico abominio sul Waterfront) ad una gestione innovativa ed intelligente della crisi attraverso la tonificante certezza dei proventi del condono edilizio e della dismissione del patrimonio edilizio, attività, questa messa a suo tempo in campo dal Centrodestra, che consentirebbe di assorbire in pochi anni gran parte delle criticità;
7) E’, altresì, inammissibile che ci si ostini a rinunciare ai consistenti proventi di condono edilizio e dismissione del patrimonio edilizio, per poi pianificare un rientro trentennale dal deficit grazie ad un artificio aritmetico idoneo a garantire la disponibilità di € 8 mln. annui che comunque manterrebbe inalterata la triplicazione dei tributi operata dai commissari prefettizi, la cui “efficienza” si è rivelata superiore solo a quella degli attuali governanti cittadini;
8) E’, del pari, inammissibile ed imbarazzante che l’amministrazione comunale abbia prestato il fianco alle censure della Corte dei Conti, nonostante essa si sia avvalsa di interventi legislativi di favore che alle bistrattate “precedenti amministrazioni” di centrodestra sono mancati;
9) E’ giunta l’ora che i giovani amministratori della città abbiano l’umiltà e l’onestà di riconoscere ed ammettere pubblicamente una verità storica, quella che ha visto e vede Reggio Calabria vittima di un Grande Imbroglio, e l’ultimo posto occupato nella graduatoria relativa alla qualità della vita ne assicura certificazione probante, visto che fino ad oggi non si è levata alcuna voce da parte di chi pascola abusivamente a Palazzo San Giorgio scaldando i banchi destinati alla minoranza, al netto di salti della quaglia concordati e rifiniti nella massima riservatezza all’insegna del più bieco consociativismo.
10) Se a Reggio Calabria il Sindaco si duole del trasformismo di consiglieri comunali (“leoni da tastiera pronti a diventare pecorelle nell’aula consiliare”) e la città di tutto questo non sa nulla, grazie anche alle distrazioni di gran parte dell’Informazione, è già un grande risultato occupare l’ultima posizione nella classifica della città “intelligenti”.
comunicato stampa – Azione Nazionale