24\11\2016 – Lo Ionio ha un nuovo abitante: si tratta del pesce flauto, una specie esotica della famiglia Fistulariidae. Si tratta di un pesce diffuso nella fascia tropicale dell’Oceano Indiano e dell’Oceano Pacifico compreso il mar Rosso. Da qui è penetrato nel Mediterraneo, attraverso il canale di Suez, dove è stato segnalato per la prima volta nel 2000 in Israele; negli anni successivi si è rapidamente espanso raggiungendo la Turchia, l’isola di Rodi, Creta, le coste dell’Italia meridionale, la Sicilia, la Sardegna e le coste tirreniche e adriatiche, spingendosi sino alle coste della penisola iberica. Vive in acque costiere nei pressi delle scogliere, più di rado su fondi mobili o su praterie di Posidonia oceanica.Ha un aspetto caratteristico tipico dei membri della famiglia Fistulariidae, molto sottile, depresso e con mandibole molto allungate unite a forma di tubo e un lungo e sottile filamento che sporge dal centro della pinna caudale. Le pinne dorsale e anale sono poste molto indietro, opposte e simmetriche, piuttosto piccole. Le scaglie sono assenti. Il colore è olivaceo o verdastro su dorso e fianchi. Può presentare marmorizzature scure sul dorso, soprattutto di notte. Spesso (più di frequente negli individui extramediterranei) il corpo è cosparso di punti o linee azzurro vivo. L’esemplare di pesce flauto, lungo 1,20 metri e del peso di 700 grammi, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”è stato pescato nelle acque di Torre San Giovanni, marina di Ugento, dopo essere finito nelle reti di un pescatore.Si tratta del primo esemplare trovato nelle acque del Salento, dato che appartiene ad una specie tropicale finora mai avvistata in queste zone. Secondo gli esperti si tratta di un esemplare arrivato nel mar Mediterraneo attraverso il canale di Suez, trovando complice il surriscaldamento delle acque del Mare Nostrum per vivere anche a latitudini più settentrionali. Nonostante l’aspetto che ricorda un serpente marino, il pesce flauto è innocuo e si ciba solo di crostacei e piccoli pesci. L’esemplare è stato preso in consegna da un esperto naturalista per essere esaminato.
c.s. Giovanni D’Agata