Strasburgo 23/11/2016 13:55 – Nonostante le politiche di conservazione dell’ambiente, della salvaguardia della natura e di conseguenza del contenimento dell’inquinamento atmosferico, lo smog resta il principale fattore ambientale di rischio per la salute umana, abbassa la qualità della vita ed è la causa stimata di 467mila morti premature l’anno in tutto il continente. Questi i dati del Rapporto “Qualità dell’aria in Europa 2016”, pubblicato stamane dall’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) e ripresi da RaiNews.it. La casualità vuole che questo studio, il quale si è occupato dell’analisi della qualità dell’aria in Europa dal 2000 al 2014, venga pubblicato il giorno stesso che a Strasburgo il Parlamento europeo voterà la direttiva che introduce nuovi limiti alle emissioni inquinanti per il periodo 2020-2030. I dati dello studio riprenderebbero il monitoraggio tenutosi in più di 400 città in tutta Europa. Tra gli altri risultati, risulta che nel 2014 circa l’85% della popolazione urbana nell’UE sono stati esposti a particolato fine (PM2.5) a livelli ritenuti dannosi per la salute dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Il particolato può causare o aggravare malattie cardiovascolari, asma e cancro ai polmoni. In particolare è stata proprio l’esposizione prolungata al Pm 2,5 ad aver causato circa 467mila morti premature in 41 Paesi europei nel 2013. L’esposizione al biossido di azoto (NO2) e all’ozono troposferico (O3) è considerata invece responsabile rispettivamente di 71mila e 17mila morti premature in Europa. Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’EEA, ha commentato così i dati rilasciati per l’anno in corso : “La riduzione delle emissioni hanno portato a miglioramenti nella qualità dell’aria in Europa, ma non abbastanza per evitare danni inaccettabili alla salute umana e all’ambiente; Abbiamo bisogno di affrontare la cause dell’inquinamento dell’aria, il che richiede una trasformazione radicale e innovativa della nostra mobilità, dell’energia e del sistema alimentare. Questo processo di cambiamento richiede un’azione da parte di tutti, tra cui le autorità pubbliche, le imprese, i cittadini e la comunità della ricerca”.