E’ finita l’estate ed anche il suo strascico, la città sarebbe dovuta essere al meglio per attrarre i turisti ma si è presentata non diversa dagli ultimi due anni, durante i quali aveva preso inizio la sua decadenza. Vuoi la crisi economica, vuoi parte della cittadinanza scontenta a Reggio sembra che nulla muti e non si vede la luce del tunnel buio che i reggini stanno attraversando da tempo. Unica nota positiva è la fine di alcune delle grandi opere, iniziate ed appaltate in sindacature antecedenti ed oggi fortunatamente terminate. Piazza Italia, Piazza Duomo, punti d’incontro finalmente restituiti agli abitanti di una tra le città che paga le aliquote più alte del Paese. Turisti se ne sono visti in giro, non così tanti da poter pensare ad una vera e propria economia, ma hanno trovato Reggio come un cantiere, anche in questo ci stiamo distinguendo, la prima Città Metropolitana cantiere. Un impatto sicuramente negativo ha avuto il rifacimento del Corso Garibaldi, la via di passeggio per eccellenza della città, che ancora oggi non è stato totalmente terminato, le nuove basole di pietra vulcanica non sembrano all’altezza della vecchia pietra lavica, in più a detta di molti addetti ai lavori, la posa sul terreno delle mattonelle non è delle migliori. Il Corso ancora non completato ha causato danni anche ai commercianti, il flusso dei clienti ristretto, polvere e frastuono che immancabilmente hanno accompagnato i lavori non hanno agevolato gli operatori del settore. Per non parlare del Tapis Roulant ancora oggi non terminato dopo una serie di annunci e che spesso funziona a singhiozzo. Infine la vicenda dei gazebo sulla via Marina, chiusi per diversi motivi, validi o no che siano, ci sarà chi giudicherà, hanno però lasciato poca scelta (nessuna) a chi ha voluto sorbire un gelato o bere un aperitivo sul chilometro più bello d’Italia. Unico a mantenere le aspettative il Museo Nazionale della Magna Grecia, finalmente aperto al pubblico nella sua totalità dopo anni di lavori iniziati anch’essi in ere politiche precedenti e diverse. La città è apparsa trascurata, in alcune zone sporca e con pochi controlli da parte delle autorità competenti, così come si evince da solo due delle molte foto che abbiamo deciso di inserire nell’articolo (bottiglie abbandonate in zona Piazzale Mino Reitano\Ponte della Libertà e cestello divelto e abbandonato in Via Filippini, sono così da mesi nonostante non passino inosservate) ma non sono mancate le lamentele arrivateci alla redazione quotidianamente, per disservizi e malfunzionamenti. Reggio Città Metropolitana, titolo assegnato sotto governace di Scopelliti, stenta a decollare, grazie anche alle dimenticanze di un governo centrale che si ricorda di noi solo quando siamo con l’acqua alla gola. Termine di paragone infelice, tra l’altro, perché a Reggio manca l’acqua spesso in alcune zone della città ancora nel 2016. La questione migranti\profughi potrebbe essere l’ago della bilancia anche qui da noi, dove giornalmente da un po’ di tempo si registrano sonore e colorite proteste di coloro che sono arrivati convinti di andar via dopo una settimana ed invece sono costretti a sostare ancora nei centri accoglienza dopo mesi. Una situazione che potrebbe divenire esplosiva se l’Europa non farà arrivare altri soldi alle ONG che si occupano della gestione migranti, già in attesa ed in apnea da diversi mesi. Insomma più che un’estate da Città Metropolitana, quella gestita da Falcomatà e compagni, è stata un’estate da cantiere metropolitano…
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About the Author: Fabrizio Pace
Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.