Roma 06/09/2016 9:30 – Massimo D’Alema scende in campo e toglie ogni dubbio sulla sua posizione riguardo al referendum costituzionale. Se ieri al G20 il premier Renzi alla domanda posta da un giornalista sulla data del referendum rispondeva : “Il referendum deve essere fissato a norma di legge entro il 13 ottobre, e a quel punto dal giorno in cui verrà fissato, decorrono tra i 50 e 70 giorni di tempo”. Come a dire c’è tutto il ytempo che voglio per decidere e sarò io a decidere. Come risposta dal teatro Farnese di Roma lancia i Comitati per il “NO”. Spiega che bisogna demistificare quella paccottiglia ideologica della riforma costituzionale ed elettorale del governo(Ansa.it). Guido Calvi ne sarà il presidente e lui stesso definisce la riforma “un pastrocchio che spacca in due il Paese”. “Il Paese è vittima di un dibattito fasullo, non fondato su dati di fatto”. D’Alema attacca sul fatto che la data del referendum è ancora nelle brume di un’ipotetico limbo, definendo come una furbizia il fatto di posticipare e non comunicare la data del referendum. La retorica dell’ex premier non si ferma buttando un pochino di sale sulle ferite di Renzi, o meglio sul suo orgoglio, perchè “era tutto pensato per un plebiscito personale in un’escalation referendum ed elezioni, ma la situazione è cambiata e non si ha più chiaro in mente che cosa si vuol fare. Non siamo qui per un’iniziativa che vuole dividere il Pd, a noi si sono rivolte molte persone non del Pd perchè ci sono milioni di persone che hanno smesso di votare. Alle ultime amministrative, il Pd ha perso più di un milione di voti. C’è un partito senza popolo e un popolo senza partito, al quale non vogliamo dare un partito ma un’occasione d’impegno civile”. Un bell’affondo da parte dell’ex premier e diciamolo pure una dichiarazione di guerra al “renzismo” ed al “Giglio magico”.