Riceviamo e Pubblichiamo
Ebbene, il pomeriggio del 24.08.2016, verso le ore 17 ÷ 17,30, mentre ero affacciato al balcone di casa (ed ora mi permetterò di mutuare da “a livella” di Totò) «Tutto a ‘nu tratto, che veco ‘a luntano? … Penzaje: stu fatto a me mme pare strano… Stongo scetato… dormo, o è fantasia? Ate che fantasia …»: era il netturbino che con il suo camioncino di servizio si era fermato in via Sila in uno degli ingressi di Piazza dei Martiri della Rivolta. … Mmmh! … chiedo venia per aver usato il termine “netturbino” (ci si potrebbe offendere): era lo “operatore ecologico” che, sceso dal suo furgone in dotazione, tomo tomo … calmo calmo, toglie dai tre cestini – posti all’interno di Piazza dei Martiri della Rivolta, in corrispondenza dei tre ingressi su via Sila – i sacchetti pieni di rifiuti di ogni genere, li scarica sul camioncino e li sostituisce con altri. Ho supposto “… … è la volta buona! Forse è stata l’influenza e l’autorevolezza dei media reggini”, ma … … che delusione! Infatti, finita la suddetta operazione di sostituzione dei sacchetti dei tre cestini l’operatore ecologico stava per andar via. Ed ecco che, inaspettatamente, allo stesso si avvicina un signore, d’origine maghrebina (ma ciò non significa nulla), che da diversi anni staziona nella piazza senza recare disturbo ad alcuno e che trascorre buona parte del suo tempo seduto sull’unica panchina ormai rimasta in Piazza dei Martiri della Rivolta. Dai gesti, si è capito che, educatamente, quel signore extracomunitario ha chiesto all’operatore il perché non abbia provveduto a raccogliere, quanto meno, anche quell’ammasso di bottiglie abbandonate e che era ai piedi del cestino posto al centro della piazza (si ricorda che oltre alle bottiglie vi erano anche dei rami di palma potati – da chi e da quando non è dato sapere – e lasciati lì in giacenza). Ad evidente antitesi, il “volontario” gli ha domandato dei sacchi per inserirvi le bottiglie affinché, personalmente, potesse provvedere a raccoglierle e caricarle sul furgoncino: anche per quest’ultima richiesta, con fare restio, vi è stata un’opposizione. Dopo di che, forse per rapportarsi con chi di dovere, l’operatore ecologico ha pensato bene di provvedere con il suo cellulare ad effettuare alcune riprese fotografiche (almeno questo si è percepito da una certa distanza) dello stato dei luoghi in atto con le bottiglie ed i rami di palma ai piedi del cestino; e, quindi, è salito sul suo furgone ed è andato via. Nel mentre, anche qualche altro residente – dalle proprie finestre e dai balconi del condominio -, ha assistito, con evidenti, motivate ed “urlate” doglianze verbali, d’altra parte giustificabili, queste azioni dell’operatore . La mattina di giorno 25, verso le ore 10:00, lo “extracomunitario” (tale appellativo è in senso benevolo), a richiesta, ha confermato a chi scrive la ricostruzione dei fatti per come appena narrati. Non appena l’operatore ecologico è andato via, il signore maghrebino, sua sponte (vds. foto allegate), ha provveduto a raccogliere alcune buste contenenti le bottiglie e le ha inserite, giustamente e per quanto possibile, nei cestini che erano stati appena svuotati non riuscendo però a smaltire l’ammasso. … Per certi versi la “sagacia” di questo signore maghrebino è stata prevalente rispetto alla riluttanza dell’operatore ecologico il quale, al prossimo giro per lo svuotamento dei cestini (non si sa quando però!!!) si ritroverà a dover, comunque, smaltire le bottiglie. Per la rimanenza del “deposito di bottiglie e rami”, si annota che, successivamente, è stata “traslocata” (a chi scrive non è dato saperlo da parte di chi) sempre all’interno della pizza ma a ridosso della recinzione su via Sila, liberando in tal modo (ed aggiungerei “correttamente”) la parte della zona centrale della Piazza soggetta a continuo passaggio di persone. In merito a quanto sopra a chi scrive riesce difficile capire:
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quali siano i motivi per cui, come sono stati svuotati i tre cestini ubicati in prossimità degli ingressi e posti “comunque allo interno della piazza”, non si è reputata la necessità di smaltire l’ammasso di bottiglie, formatosi ai piedi del cestino posti al CENTRO della stessa e “SEMPRE e comunque allo interno della piazza”;
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se, con richiamo al caso di specie, nelle incombenze del “netturbino” o “operatore ecologico”, sussista la SOLA mansione di “svuotamento dei cestini”, affidando peraltro per tale incombenza anche un furgone, o anche altri compiti diversi quali, ad esempio, la pulizia a mano, nell’impossibilità tecnica e materiale di poterlo fare con mezzi meccanici appositi, delle piazze e spazi pubblici di pertinenza e assegnati per competenza, con raccolta e smaltimento dei rifiuti;
e da chi di dovere (amministrazione pubblica) desidererei (per non dire “pretenderei” in forza dei principi paritari di “educazione civica” palesati nell’originaria “doglianza” ed in virtù del rapporto che dovrebbe sussistere tra “cittadino” e “amministratore”) una risposta esaustiva anche per tramite il vostro quotidiano, qui richiamando, peraltro, le funzioni che la legislazione vigente attribuisce al sindaco, in qualità di autorità sanitaria locale, in materia sanitaria e di igiene pubblica. Un mio ulteriore desiderio sarebbe quello di poter dare alla redazione di codesto quotidiano un’eguale bella notizia per come riferitami da alcuni miei amici di Tremulini con i quali, parlando in generale ed anche della situazione di “piazza dei Martiri della Rivolta”, mi hanno riferito che due volenterosi operatori ecologici – con immensa abnegazione, solerzia e professionalità -, hanno ridato viviscenza, vitalità e splendore ad una piazzetta di Tremulini già in completo stato di degrado. Francamente queste sono notizie “eccezionali” che aprono il cuore, e pertanto, tramite voi, vi pregherei di far giungere ai due operatori, il mio più sentito compiacimento (per quanto possa valere) per quello che hanno fatto per quel rione e, indirettamente, a favore della nostra Reggio dimostrando, così con i fatti e non con le parole, che quando si vuole si può e si fa tutto.
Enzo Giannotta