Classe scomposta, reti, interdisciplinarietà, smart school, integrazione, flessibilità , sharing. Sono le nuove parole della scuola che cambia e che punta decisa verso il digitale e una didattica per competenze. Ora non vi è chi non riconosca che nessun progetto di riforma della scuola può essere esente da un confronto con le nuove tecnologie informatiche e telematiche. La legge 107, che ha introdotto la “buona scuola”, spinge fortemente verso una rivoluzione digitale che non può trovare nessuno impreparati. La grande sfida, infatti, dei prossimi anni è passare dalle materie e dalla didattica tradizionale,prevalentemente trasmissiva,ad una didattica attiva e centrata soprattutto sulle competenze. Non sarà semplice e nemmeno facile rispetto a ritardi e povertà di mezzi di cui ha sofferto la scuola del sud ed in particolare quella calabrese. A fronte di uno sconcertante aspetto della condizione giovanile: l’autopedagogia selvaggia. C’è ,infatti, nella crescita elettronicizzata un fai –da –te di massa per la formazione degli italiani a partire dall’infanzia. A scuola c’è una elettronica in gran parte clandestina e sottobanco. Per cui si può ben dire che tra la disinformazione adulta e una quasi impotenza scolastica sta crescendo una terza generazione digitale senza alcun controllo nell’era di smartphone e tablet con tecnologia wireless e touch e in un Web decisamente dominato dai social network. Un vero e proprio ‘nuovo mondo ’ che ridefinisce la sintassi e la semantica non solo della rete, ma della società e delle sue relazioni. E la scuola calabrese,e quella reggina,si trova preparata a fronte di questi nuovi bisogni, in che condizioni infrastrutturali da punto di vista delle tecnologie si prepara ad affrontare questo passaggio molto delicato? A ben guardare i risultati dell’ultimo Focus per il 2015 sulle dotazioni multimediali nelle scuole pubblicato dal Miur il processo di digitalizzazione pur essendo migliorato rispetto al 2014 vede ancora la nostra regione agli ultimi posti. Vediamo i particolari. Il sito web è ormai disponibile per la quasi totalità degli istituti statali il 99,5%, appena superiore alla media Italia, e nelle paritarie del 78,4%. Il servizio di comunicazione scuola – famiglia on line è attivo nel 45,5% di scuole statali. Il dato ci pone ben ultimi nella graduatoria regionale. Ultimi anche per la presenza del registro elettronico che risulta utilizzato nel 54,5% delle scuole calabresi. In progress,invece,l’utilizzo della piattaforma –LIM- nel 16,7% degli istituti. Siamo decimi nella graduatoria regionale. Dal lato delle dotazioni tecnologiche va sottolineato che il 74,5% delle nostre scuole è connesso in rete cablata o wireless,ultimi però tra le regioni; il 61,4% dispone di LIM, il 17,6% di proiettori interattivi; mentre il numero medio di computer per laboratorio è del 10,1%. Le aule calabresi in rete cablate sono il 48,5%, quelle dotate di LIM il 55,6%, di proiettore interattivo il 5,0%. Sono percentuali al di sotto della media nazionale, tranne che per le LIM dove nella graduatorie nazionale ci troviamo al quarto posto. Infatti, sempre per quest’ultima dotazione, si nota un netto miglioramento nei vari livelli scolastici risultando la Calabria superiore alla media nazionale. Per la primaria le aule sono il 53,4%,nel 2014 erano il 30,4%;nella secondaria di I grado la percentuale è del 68,6%(44,0% nel 2014);nelle superiori del 49,5%(21,4% nel 2014). Va rilevato che se crescita c’è stata è anche perché la Calabria rientra nell’Obiettivo Convergenza dell’Unione Europea, che ah consentito lo sviluppo dell’innovazione- Peraltro si prevedono ulteriori investimenti per oltre un miliardo di euro fino al 2020 grazie ai fondi Pon per le scuole e a quelli della stessa legge 107/2015. Cosa è oggi ,dunque,la “scuola 2.0” a Reggio e in Calabria?Dalle esperienze eterogenee e individuali delle singole scuole, si può affermare sicuramente che essa somiglia ad un grande cantiere di sperimentazioni,alcune di buon livello altre meno,talvolta si naviga a vista. Un fai da te diffuso sul territorio. Intanto l’Istat ci restituisce i dati per il 2015 sulle percentuali di persone che fruiscono di computer e internet. La Calabria é penultima tra le regioni italiani per uso di personal computer il 47,7%:di questi il 28,0% lo usa tutti i giorni, il 16,4% una volta a settimana, il 2,4% una volta al mese, lo 0,9%% qualche volta l’anno. Usa internet il 50,6% dei calabresi: di questi il 32,4 tutti i giorni, il 15,2% una volta a settimana, il 2,4 qualche volta al mese, lo 0,6% qualche volta all’anno. Come si può ben vedere c’è ancora molto da fare a livello scolastico senza trascurare il fatto che per insegnare in modalità digitale servono competenze specifiche che esulano dalla formazione base della maggior parte dei docenti. Nel frattempo il ministero dell’Istruzione ci ripensa e annulla il divieto dell’uso a scuola di dispositivi elettronici nelle classi. Quindi via libera a smartphone e tablet, con consequenziale levata di scudi di alcuni dirigenti. Altra cosa -è detto- usare i pc o le lavagne multimediali o i laboratori informativi. Insomma rispetto ad una terza generazione di nativi digitali che sta crescendo nell’era di una tecnologia avanzatissima senza controlli quale scenario prossimo futuro si prospetta? Metterà da parte sicuramente il professore che non saprà o vorrà dire si all’informatica. La scuola di questo fine decennio e oltre vedrà il nostro studente andare a scuola con il suo pc portatile,niente cartella,niente libri,niente quaderni. Basterà una manciata di dvd e la scuola si trasformerà in un unico server incardinato su internet. E la penna che fine farà?Tra i tanti altri oggetti della strumentazione scolare,sarà la nuova archeologia del futuro.
Guido Leone
Già dirigente tecnico USR Calabria