A seguito di complesse indagini su un clan mafioso di Catania e sui beni dell’organizzazione mafiosa delegate dalla Procura Distrettuale Antimafia ai finanzieri del Comando Provinciale di Catania, il Tribunale di Prevenzione di Catania ha emesso un provvedimento in esecuzione del quale i finanzieri hanno sottoposto a sequestro un patrimonio di circa 44 milioni di euro, illecitamente accumulato da C. W. A., attualmente detenuto agli arresti domiciliari e imputato per i reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e bancarotta. W. C. era stato tratto in arresto dalla stessa Guardia di Finanza nell’aprile del 2014 unitamente a 15 persone nel corso dell’operazione “Scarface”. In tale contesto, il C. era emerso quale elemento di spicco del sodalizio criminale dei “Carcagnusi”, particolarmente attivo nella gestione di attività economiche e imprenditoriali del clan oltreché delle più classiche attività di estorsione e recupero crediti. L’operazione, a suo tempo, era stata denominata “Scarface” perché dalle indagini tecniche svolte dagli uomini del GICO di Catania il giovane era solito emulare il boss Tony Montana del film “Scarface”. Addirittura C. si era fatto costruire un trono con sopra riportate le sue iniziali, in tutto e per tutto uguale a quello del film. Le indagini avevano fatto emergere un quadro in cui i proventi delle attività delittuose e delle bancarotte realizzate con metodo mafioso venivano inseriti nel circuito legale attraverso la creazione di una galassia di imprese commerciali, associazioni sportive dilettantistiche (a copertura di bische clandestine) e finanche enti non a scopo di lucro. Ciò avveniva con la complicità di prestanome, familiari e conviventi. Sulla base di plurimi gravi indizi, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Catania, coordinati dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, hanno quindi avviato una mirata indagine patrimoniale nei confronti del C. e del suo nucleo familiare volta a verificare la coerenza del loro tenore di vita nonché del patrimonio posseduto con i redditi dagli stessi dichiarati. Le investigazioni – condotte anche con l’ausilio di sofisticati software sviluppati dalla Guardia di Finanza per l’analisi sinergica di tutte le informazioni desumibili dalle banche dati – hanno consentito di individuare i beni, mobili e immobili, illecitamente accumulati dalla famiglia C. e hanno portato a evidenziare la disponibilità complessiva di redditi di oltre 2 milioni di euro rispetto ai soli 80 mila euro dichiarati al Fisco in 14 anni. Nel corso di tale attività, in una delle società gravitanti nell’orbita del sono stati rinvenuti dei bilanci firmati da soci già deceduti da anni. La Sezione Misure di Prevenzione ha, dunque, disposto il sequestro di quote societarie di 20 aziende e 30 beni immobili ubicati in diverse regioni d’Italia e riconducibili a W. C., nonché di orologi di pregio, il tutto per un controvalore complessivo pari a circa 44 milioni di euro. Tra gli immobili sottoposti a sequestro anche la villa di C. che, per quanto emerso durante le indagini, il giovane voleva ristrutturare rendendola il più possibile simile, anche in questo caso, a quella del film “Scarface”.
fonte — http://www.gdf.gov.it