Questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno concluso una operazione anticrimine che ha portato all’arresto di 8 persone ed alla contestuale denuncia a piede libero di altre 3, indagate per associazione a delinquere, finalizzata alla commissione di furti di dispositivi bancomat/casse continue mediante la tecnica della “spaccata” con il carro attrezzi. I membri del sodalizio criminale sono tutti soggetti di etnia Rom, residenti nei vari campi nomadi della Capitale, tutti con precedenti di polizia specifici per reati contro il patrimonio. L’intervento è stato effettuato in esecuzione di un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – a conclusione dell’indagine denominata “Ginepro” – condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Roma e della Sezione Polizia Giudiziaria dei Carabinieri della Procura della Repubblica di Roma. Nel corso dell’operazione sono stati anche eseguiti decreti di perquisizione domiciliare a carico di tutti gli indagati. L’indagine è stata avviata nel mese di gennaio 2016, a seguito di un incremento vertiginoso dei furti consumati/tentati di bancomat e casse continue sul territorio nazionale (i dati forniti dalla Banca d’Italia parlano di 895 furti consumati/tentati dal 01 gennaio 2015, per un danno quantificabile di circa 21.000.000 di euro) ed in particolare sul territorio laziale e toscano, con modalità esecutive pressoché standardizzate. Il modus operandi era sempre lo stesso: i malviventi asportavano materialmente i dispositivi bancomat/casse continue dopo averli “sradicati” mediante furgoni e/o carroattrezzi di provenienza furtiva, provocando anche gravi danni strutturali agli istituti bancari e/o esercizi commerciali obiettivo dei malfattori. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, anche con l’ausilio della componente tecnico-scientifica e con l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito di accertare l’esistenza del sodalizio criminale dedito alla commissione di tale tipologia di furti, composto da diverse “batterie” in grado di compiere gli eventi delittuosi nella Capitale ma anche “in trasferta”. Il gruppo criminale poteva contare sul fondamentale appoggio di parenti o amici residenti nei vari campi nomadi presenti sul territorio nazionale, che garantivano supporto logistico alla banda di base a Roma; questa rete di protezione e assistenza criminale ha rivelato ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma l’esistenza di un vero ginepraio relazionale, costituito da soggetti tassativamente utilizzatori della lingua utilizzata dai Rom, circostanza che ha reso particolarmente complessa l’attribuzione di compiti e funzioni in seno all’associazione per delinquere sgominata. Le attività investigative hanno fatto emergere, altresì, che i malviventi – spavaldi e molto violenti – compivano accurati sopralluoghi in prossimità degli obiettivi, che venivano selezionati in relazione alla loro ubicazione ed alla contestuale presenza o meno di idonee vie di fuga. Successivamente, individuavano ed asportavano il carroattrezzi utilizzato, in orario notturno, per compiere la “spaccata”; il mezzo veniva poi abbandonato in aree rurali alla periferia della Città. In alcuni casi, i danni causati dal carroattrezzi hanno compromesso seriamente la stabilità degli immobili in cui le postazione ATM erano ubicate costringendo i Vigili del Fuoco ad evacuare le famiglie che vivevano negli appartamenti dei palazzi. Il certosino lavoro dei Carabinieri di Roma ha documentato la grande mobilità del gruppo criminale, attivo in molte aree della penisola dove ora i carabinieri hanno concentrato ulteriori approfondimenti per arrestare le batterie collegate organicamente al gruppo Rom della Capitale.
fonte — Carabinieri.it