L’Agenzia internazionale di rating “Ficht” ha confermato il rating di lungo e di breve termine della Regione Calabria

viscomiL’Agenzia internazionale di rating “Fitch” ha confermato il rating di lungo e di breve termine, rispettivamente in “BBB” ed “F2” della Regione Calabria, ed ha qualificate come “stabili” le prospettive per il futuro (questo è il link utile per leggere la notizia originale: www.fitchratings.com/site/pr/1008993). E’ quanto riporta una nota dell’Ufficio Stampa della Giunta regionale della Calabria. Una buona notizia per l’assessore al Bilancio Antonio Viscomi che, ringraziando il Dipartimento Bilancio per la cura assicurata e il lavoro svolto, ha così commentato: “La conferma del rating da parte di Fitch e il riconoscimento della solidità del bilancio regionale incoraggiano la Giunta a proseguire nella strada del risanamento finanziario e del contenimento dei costi, nella consapevolezza che il rigore contabile di oggi costituisce il necessario presupposto per la realizzazione di azioni volte allo sviluppo del territorio e a migliorare i servizi per i cittadini”. La Calabria, nell’ambito delle Regioni a statuto ordinario, si colloca nella fascia intermedia del rating di Fitch. Il livello del rating della Regione è, infatti, appena al di sotto di quello dell’Italia (BBB+) e di quello di regioni più ricche, quali il Veneto e le Marche (anch’esse a BBB+). La conferma del rating, da assumere come dato naturalmente positivo, è legata al basso livello di indebitamento della Regione, alla presenza di una forte liquidità e di un basso livello del debito, all’operazione di razionalizzazione della spesa ed al risanamento dei conti avviato nel settore della Sanità. La stessa Agenzia di valutazione ha precisato nel proprio comunicato che, a dicembre 2015, il debito era pari a 1,5 miliardi di euro e ha segnalato pure il fatto che, nel medio termine, “si può ragionevolmente presumere che esso rimanga vicino ad un terzo delle entrate correnti anche perché caratterizzato – in quanto per lo più a tasso fisso – da bassi rischi di variabilità delle rate stesse”. La liquidità dell’amministrazione, “core” (cioè centrale, esclusi ASL e aziende dipendenti) resta piuttosto forte, quasi cinque volte gli interessi annui e i rimborsi di capitale, e ciò, a giudizio dell’Agenzia, testimonia “una gestione del bilancio da parte del management prudente ed oculata, anche se naturalmente le riserve di cassa potranno diminuire con lo smaltimento dei debiti commerciali pregressi ante 2010 (valutati in 375 milioni di euro) delle unità sanitare, e con l’incremento delle spese di investimento”. Sulla base dei calcoli di Ficht, “la Calabria ha mantenuto le riserve al 3% delle entrate operative, nonostante i quasi 100 milioni di cancellazioni di crediti non incassati nel 2015. Le nuove regole di contabilità per la regione, imponendo un equilibrio di spesa (corrente) con entrate (correnti), stanno aiutando il miglioramento della pianificazione, con la Regione che prevede un avanzo corrente pari al 5% delle entrate nel 2016-2018”. A giudizio dell’Agenzia, “i ritardi nell’adozione di misure per migliorare la capacità amministrativa di qualcuna delle ASP, nonché i picchi negli arretrati ancora non pagati, nonostante la disponibilità di risorse, riduce la fiducia tra le imprese locali”. I buoni dati di bilancio sono però compensati negativamente dai dati dell’economia reale, che impediscono di fatto l’attribuzione di un rating più elevato. Il PIL non è cresciuto nel 2015 e Fitch si attende un incremento modesto dello 0,5% nel 2016, sostenuto dalla crescita delle sovvenzioni UE in Agricoltura e da un incremento dei flussi turistici, così come registrato nel 2015. L’economia rimane debole a seguito della grave recessione che dal 2008 al 2014 ha causato una caduta del 10% degli occupati e, di conseguenza, un ristagno dei consumi. Ficth si attende che il tasso di disoccupazione rimanga sopra il 20% nel medio termine, nonostante una possibile ripresa degli investimenti pubblici. Ciò comporta, come elemento negativo conseguente, un rischio di stagnazione nelle entrate proprie, limitando ulteriormente la crescita. E’ evidente infatti che se le entrate individuali o familiari non crescono, anche le entrate fiscali non crescono, così come la diminuzione dei redditi imponibili non può che portare con sé la riduzione del prelievo fiscale. Di fronte a questa situazione, l’Agenzia mette in guardia dal rischio di un allentamento nel rigore della spesa corrente dal momento che, in presenza di entrate rigide, può condurre ad una riduzione dell’avanzo operativo a livello tale da non coprire le rate di mutui per interessi e capitale e ciò potrebbe portare ad un downgrade (abbassamento del rating). Viceversa, una ripresa economica più forte del previsto, che riducendo la disoccupazione sostenga l’aumento della flessibilità delle entrate proprie migliorando il margine operativo della regione al di là del 5% potrebbe condurre ad un azione positiva sul rating (quindi un aumento). “Insomma” – ha dichiarato il Vicepresidente – avere i conti in ordine è certo importante per evitare effetti perversi sulle tasche dei cittadini; ma se non si produce ricchezza arriverà il momento in cui le entrate fiscali non saranno in grado di assicurare il pagamento della spesa: come in ogni famiglia, se si vuole spendere di più bisogna guadagnare di più. Proprio per questo il compito prioritario della politica è di sollecitare processi di attivazione del mercato e di riversare urgentemente nel sistema delle imprese la liquidità proveniente dalle risorse comunitarie: sono le imprese, e solo le imprese, a creare la ricchezza di un paese se e quando innovative e competitive.” f.d.top

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