Questa mattina nella periferia Nord di Reggio calabria e precisamente ad Archi Cep si è assistito alla protesta di circa 300 migranti che si sono asserragliati all’interno della struttura ricavata nella ex sede della facoltà di giurisprudenza dell’Università degli Studi Mediterranea. La zona è stata presa in consegna dalle forze dell’ordine, poliziotti, carabinieri e personale del Corpo forestale dello Stato che hanno cercato d’interloquire con i migranti. Si tratta per lo più di giovani che hanno preteso condizioni di vita migliori, la possibilità di colloquiare con la famiglia nel paese d’origine, ed il trasferimento altrove, soprattutto al Nord o all’estero, in Germania. Le lamentele riguardano la mancanza di acqua calda, shampoo e di sapone per lavarsi, in più dicono di essere costretti a dormire su brandine o direttamente sul pavimento in un sacco a pelo. Nella struttura sono attualmente ospitati 340 minori, 140 dei quali si sono aggiunti con gli ultimi sbarchi al porto di Reggio e ospitati all’interno di una palestra che sorge nelle vicinanze del centro accoglienza. Una donna che lavora all’interno del centro è stata colta da malore. Sul posto si sono recati funzionari dell’Ufficio immigrazione della Prefettura di Reggio Calabria. E dalla delucidazioni di quest’ultimi si apprende che pare che non ci siano strutture in Italia in grado di ospitare altri minori, nonostante i continui appelli a tutte le Prefettura d’Italia. Questi ragazzini non accompagnati potrebbe divenire un altro triste capitolo del fenomeno migratorio che sta riversando in europa migliaia di africani in cerca di un futuro migliore. La struttura da provvisoria sta ormai divenendo definitiva.
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