Passato qualche giorno dalla strage di Nizza, dove hanno trovato la morte 84 persone fra cui molti bambini, ci si viene da chiedere perchè a Nizza? Nella “ricca” e solare Costa Azzurra?
Secondo l’analisi di Ansa.it, la Costa Azzurra è il terreno più fertile di tutta Europa, per il terrorismo, in cui trovare, arruolare e indottrinare gente per gli attentati. Basta pensare all’allucinante dato che la regione di Nizza ospita il 10% di tutti i 1.400 francesi o residenti in Francia segnalati dall’intelligence per i lori legami con il jihadismo. Un dato a dir poco inquietante, noto da tempo alle forze di polizia ed avvalorato da un rapporto il quale rivela che il fenomeno della radicalizzazione nella zona è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi due anni.
I dati parlano chiaro qualche decina i casi segnalati alle forze dell’ordine nel 2014, 476 all’inizio del 2015 e ben 3.600 oggi. Altri indizi, con il senno di poi, avrebbero dovuto far presagire che Nizza era nel mirino degli attentatori, nel 2014 fu sventato all’ultimo minuto un attentato durante il Carnevale della città. Oppure il 3 Febbraio del 2015, solamente tre settimane dalla strage al supermercato kosher di Parigi, M.C. aggredì a coltellate tre militari francesi di guardia a un palazzo di Nizza. Altro “indizio” che avrebbe dovuto far “rizzare i capelli” verrebbe dal fatto che su una popolazione di un milione di abitanti nell’ultimo anno oltre 500 persone sono state segnalate nella regione per vicinanza all’estremismo islamico.
E dalla sola Nizza, negli ultimi anni sarebbero partiti ben 1.000 ‘foreign fighters’, i quali sono andati ad ingrassare le file dei terroristi. In questo ambiente a dir poco “esplosivo” uscirebbe fuori la figura di O.O., quarantenne di origine senegalese, per i servizi anti-terrorismo francesi è uno dei principali reclutatori di jihadisti nizzardi in Siria dove è fuggito nel 2013 in forza ad Al Nusra, è a capo di una cellula di 30 giovani jihadisti francesi attivi a Latakia e provenienti come lui dalla città sulla Costa Azzurra. Forse, verrebbe da pensare col senno di poi, se l’intelligence francese avesse “unito prima i puntini” un disegno più chiaro sarebbe potuto uscire e magari limitare le numerose morti di Nizza.