Lo so, perché sono uno scrittore. (Pier Paolo Pasolini)
I libri mi hanno sempre dato l’occasione di scappare da tutti i miei problemi, dandomi la possibilità di trovarne altri. Poi leggere mi ha dato l’opportunità di conoscere più me stesso. Ieri è entrato nella mia cella il libro, fresco di stampa, di Luca Russo dal titolo “L’eutanasia di Dio” (edito da “Sempre”) e l’ho posato sopra il mio sgabello, accanto alla mia branda. Questa mattina mi sono svegliato all’alba. Appena ho aperto gli occhi ho notato che il libro di Luca mi osservava. Ho fatto finta di nulla. E mi sono alzato. Mi sono fatto il caffè. E mi sono fumato la prima sigaretta della giornata. Poi mi sono rimesso a letto per finire di leggere le ultime pagine di un libro che ho iniziato giorni fa ma, con la coda dell’occhio, vedevo che il libro di Luca sopra lo sgabello continuava ad osservarmi.Alla fine mi decido, poso il libro che stavo leggendo e prendo quello di Luca. Leggo subito la dedica che mi ha fatto: Assisi, 15 maggio 2016 A Carmelo, hai fatto della tua storia la storia di tutti. Ti sei dato in pasto al mondo come “galeotto” ma il tuo cuore è immerso nella purezza di uomo “libero” … soprattutto “libero di amare” . Con affetto, Luca. Penso che incominciamo male, o bene, a seconda dei punti di vista, perché comincio già a commuovermi. Poso il libro. Mi rialzo e fumo un’altra sigaretta. E inizio a fare avanti e indietro per la cella. Quattro passi avanti, mi giro e ricomincio. E mentre cammino penso alla prima volta che ho incontrato Luca.Era il lontano anno 2007. Un numeroso gruppo della Comunità Papa Giovanni XXIII, con la presenza del fondatore Don Oreste Benzi, era venuto a trovarci nel carcere di Spoleto. Con la mia solita aria da provocatore, mangiapreti e “Senza Dio”, avevo chiesto, sicuro che mi avrebbero risposto di no, se appoggiavano uno sciopero della fame degli ergastolani per chiedere l’abolizione dell’ergastolo. Mi ricordo che Don Oreste aveva chiuso gli occhi e quando ormai pensavo che si fosse addormentato, li aveva riaperti e aveva detto semplicemente di sì. Ci rimasi male, perché mi ero sbagliato, ma ci rimasi anche bene, perché non ero più solo a combattere contro i mulini a vento. A quel tempo, Luca era il “Responsabile di Zona” della Comunità. Dopo qualche giorno mi arrivò ufficialmente questa comunicazione: “Il Consiglio dei Responsabili della Comunità ha deciso di sostenere l’iniziativa per l’abolizione dell’ergastolo, ora dovrà decidere in che modalità sostenere la battaglia”.Ad un tratto smetto di pensare. Mi sdraio nuovamente nella branda. E riprendo il libro in mano. Inizio a leggere la prefazione di Giovanni Paolo Ramonda, Responsabile Generale dell’Associazione
Carmelo Musumeci