L’ inconsapevole leggerezza dell’essere complici del degrado urbano nella zona San Brunello\Ponte della Libertà

Ponte LibertàReggio Calabria  – Il paragone che viene più spontaneo è quello di una casa sempre disordinata e sporca. Viverci dentro abituati a lasciare un calzino sul frigorifero o il latte scaduto su davanzale della finestra fa parte della “normalità”, fin quando un giorno si fa “pulizia stagionale” (che in mancanza della pulizia quotidiana diventa stra-ordinaria). La sera quando i figli rientrano in casa, con gli occhi sbarrati esclamano “Che pulito! Che bello”, mentre la mamma soddisfatta illustra gli ambienti luccicanti, anche se solo in apparenza. Questo è quanto accade anche in una città abituata al degrado e all’incuria, mancando l’ordinarietà, con un solo intervento “straordinario” (che di straordinarietà, ovviamente, non ha alcun requisito tecnico) diventa un “evento storico” sul quale fare annunciazioni, comunicati stampa, inaugurazioni con annessi selfie. Siamo tutti talmente assuefatti al BRUTTO che riusciamo a “notare” di più la sporadica pulizia piuttosto che il diffuso degrado, perché a quest’ultimo aimè è ormai parte integrante del nostro vivere quotidiano. Si sa che l’uomo è l’essere vivente che più di ogni altro riesce ad adattarsi a qualsiasi cambiamento e lo dimostra la sua capacità di “sopravvivenza” in ogni dove e in ogni quando. Questo fattore purtroppo gioca a vantaggio di chi usa l’illusionismo per “gestire” l’apparente benessere collettivo. Questo è uno dei motivi per il quale mentre percorri le sinuose bretelle che dal piazzale della Libertà conducono al quartiere di Vito, non puoi non accorgerti che finalmente le aiuole sono state “rasate” e rinvigorite con la messa a dimora di piante, grazie all’intervento dell’Università, non puoi notare che il percorso stradale è decisamente più pulito rispetto a qualche mese fa, perché qualcuno ha sollecitato l’uso dello spazzolatore, però esclusivamente all’interno delle carreggiate centrali. Ponte Libertà 2Certamente interventi che catturano lo sguardo del passante, perché come detto prima talmente abituato al degrado da notare solo ciò che luccica. Ma cosa accade se invece decidi di cambiare strada semplicemente perché vuoi percorrere le stradine parallele alle due carreggiate centrali? Cosa succede se hai bisogno di utilizzare uno dei parcheggi laterali? Succede che ti si apre un altro mondo, quello “reale”, quello che non noti più perché fa parte del tuo quotidiano, un mondo adagiato all’incuria e di conseguenza a fenomeni di inciviltà. Succede che trovi un accampamento di Campers, in piena città, “abitati” o semplicemente “parcheggiati”, fatto sta che in ogni caso non è regolare, anzi è decisamente abusivo. Ma la cosa allucinante è lo scenario di immondizia e degrado in cui riversa il parcheggio in questione, non è un “set cinematografico” ma potrebbe sembrare, stendini, sacchi di rifiuti, bottiglie di birra, addirittura un carrello del vicino supermercato affiancato ad uno dei camper (ciò denota che qualcuno ci vive). Tutto ciò accade di fronte allo stabile della Guardia di Finanza e sotto le finestre del complesso di case popolari del rione Tremulini, ossia sotto i naso di tutti. Nessuno se ne accorge, tutto passa in sordina, tutti a guardare il vialone spazzolato alle sei di mattina e nessuno denuncia l’impianto abusivo. Ci terrei a precisare che non è difficile diventare incivili in un luogo nel quale non vigono regole, non è difficile in una casa disordinata non trovare spazio per l’ordine, tanto che il congiunto più ordinato riesce velocemente ad adattarsi al vivere anarchico dell’intera famiglia. Ma le regole chi dovrebbe impartirle? Purtroppo il degrado urbano è direttamente connesso al degrado sociale di una città, la nostra non riesce ad uscire da questo baratro per un meccanismo di “inconsapevole leggerezza dell’essere complici” di un sistema nel quale le istituzioni dovrebbero avere un ruolo preponderante. Se emerge, infatti, una domanda di parcheggi destinati ad accogliere camper e caravan, perché non individuare un’area dotata dei requisiti minimi strutturali e funzionali nel rispetto della normativa vigente in materia di igiene, sicurezza, accessibilità e prevenzione incendi? Consapevole che non basterà la voce di uno a rappresentare la voce del popolo, perché bisogna che l’indignazione sia collettiva, mi chiedo se gli abitanti del quartiere San Brunello siano consapevoli di questo stato di cose o se accontentandosi del viale “rasato”, convinti di aver risolto il problema delle “zanzare” continuano a sopravvivere con il problema dei “ratti”.

Antonella Postorino

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