Con qualche anno di ritardo, la Corte Costituzionale tedesca ha dato il “via libera” al “piano anti spread” o “salva euro” varato dalla Banca centrale europea nel 2012 (Ansa.it). Molti erano stati i ricorsi e le opposizioni appena promosso dalla BCE, ricordandoci che era un piano di emergenza e di attuazione immediata in caso di necessità. Tra i vari ricorsi uno era dell’ex numero due della CSU Peter Gauweiler, uno dell’ministro della Giustizia Herta Däubler-Gmelin ed uno dell’ex leader della Linke, Gregor Gysi. Verrebbe da chiedersi se in momento di emergenza l’Omt (Outright Monetary transitions) fosse stato messo in atto cosa avrebbe reagito la Germania. La sentenza di oggi si collega a quella a suo tempo emessa dalla Corte europea di Giustizia, in cui i giudici di Lussemburgo avevano stabilito che con il piano la Bce non travalicava i suoi poteri istituzionali. La sentenza di oggi prevede, in particolare, una condizione: ove la Bce intenda applicare l’Omt, non dovrà annunciare in anticipo i titoli di Stato che vuole acquistare. Sta di fatto che questa volta la lentezza e la burocrazia da incriminare non è stata quella del nostro paese ma della “virtuosa” terra di teutonica memoria.