Dopo 2 anni le promesse di Oliverio per lo sviluppo della Locride si sono infrante rovinosamente sugli scogli dell’immobilismo e della propaganda

Alessandro NicolòA distanza di due anni dalle elezioni regionali, le promesse di sviluppo per la Locride – annunciate in campagna elettorale dal presidente Oliverio – si sono infrante rovinosamente sugli scogli dell’immobilismo e della propaganda.  Nessun intento strumentale muove questo rilievo ma solo la constatazione di una realtà che s’impone con evidenza inequivocabile. I proclami e l’interminabile ottimismo del Governo regionale sono stati clamorosamente smentiti dai risultati fallimentari che investono la sanità, i collegamenti, i trasporti e la vocazione turistica di un’area strategica come la Locride che avrebbe richiesto ben altra attenzione nell’ambito dei processi propedeutici all’istituzione della Città Metropolitana. Un territorio, vittima di continue spoliazioni e carente di infrastrutture e di servizi essenziali, fortemente a vocazione turistica da valorizzare e rilanciare con una seria programmazione che punti ad ospitare,considerate le condizioni climatiche ottimali ,per almeno otto mesi l’anno.Altro che ‘Rimini del Sud’, come aveva assicurato negli spot elettorali il presidente Oliverio parlando del futuro della locride. Tuttavia l’impietosa fotografia della realtà è figlia di incomprensibili politiche di contrazione dei servizi che hanno visto: la soppressione di treni regionali, il cospicuo taglio dei fondi per l’ammodernamento della ss 106 e dell’A3 e la mancanza di un piano strategico per il turismo. La Calabria e La Locride devono vedere finalmente riconosciute le loro legittime e mai realizzate aspirazioni di sviluppo”. Cosa dire del presidio ospedaliero Spoke di Locri, riferimento sanitario baricentrico per l’intero comprensorio jonico – registra numerose deficienze strutturali, organizzative e funzionali. Oltre all’obsolescenza tecnologica, diverse Unità Operative del nosocomio di zona risultano prive della figura del primario. In questi ultimi anni ben 530 unità tra medici e paramedici sono stati collocati in pensione senza che si sia proceduto alla sostituzione, con il conseguente sottodimensionamento del personale che pesa soprattutto sui servizi dei reparti più importanti: ortopedia, radiologia, pronto soccorso e medicina generale. Come sottacere che l’elisoccorso è operativo solo fino alle 18.00. A tutt’oggi manca un atto aziendale per un reale redistribuzione della rete ospedaliera. Da questi dati emerge un quadro preoccupante che non può rimanere senza interventi correttivi seri.

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