Bosnia Erzegovina – NATO HQ Sarajevo – Alla fine del 2004, con il termine dell’operazione “Joint Forge” in Bosnia Erzegovina ed il passaggio delle responsabilità delle operazioni militari dalle forze NATO (SFOR) a quelle della Unione Europea (EUFOR), l’Alleanza Atlantica ha raggruppato tutte le attività NATO nell’area balcanica in un unico contesto. Il 5 aprile 2005 iniziava, pertanto, l’Operazione “Joint Enterprise” che comprende le attività della KFOR(Kosovo) e i NATO HQ di Skopje, Tirana e Sarajevo. Il NATO HQ Sarajevo, retto da un Senior Military Representative (SMR), è alle dirette dipendenze del Joint Force Command Naples (JFC Naples) e provvede al supporto delle Autorità bosniache ed ai coordinamenti tra queste ultime e la NATO.
Afghanistan – Il 31 dicembre 2014 la missione ISAF è terminata, e l’1 gennaio successivo è stata avviata la nuova missione a guida NATO “Resolute Support” (RS), incentrata sull’addestramento, consulenza ed assistenza in favore delle Forze Armate (Afghan National Security Forces – ANSF) e le Istituzioni afgane; la nuova missione, operando ai più alti livelli della catena gerarchica, è finalizzata a migliorarne la funzionalità e la loro capacità di autosostenersi. Il passaggio a RS, che si differenzia da ISAF in primo luogo per essere di tipo “no combat”, e sensibilmente più contenuta nei numeri, era stato deciso al summit di Chicago del 2012, che sanciva il 2014 come anno del completamento della fase di transition, ovvero il pieno passaggio della responsabilità della sicurezza dalle forze ISAF alle ANSF. RS ha come centro nevralgico la capitale Kabul, e 4 “derivazioni”: Mazar-e Sharif a nord, Herat ad ovest, Kandahar a sud and Laghman ad est. Il Comandante di RS è il Generale John W. Nicholson (USA). Il passaggio da ISAF ad RS non è solo un cambio di denominazione. È un punto di arrivo dopo 13 anni di sforzi, culminati nella creazione di uno stato di diritto, istituzioni credibili e trasparenti, e soprattutto delle Forze di Sicurezza autonome e ben equipaggiate, in grado di assumersi autonomamente il compito di garantire la sicurezza del Paese. RS, benché disponga di forze ben più ridotte rispetto ad ISAF, dimostra come la comunità internazionale sia ancora al fianco del popolo afgano, e prosegua nel suo impegno fornendo addestramento, consulenza ed assistenza alle attività delle istituzioni afgane.
EUNAVFOR Med – Operazione Sophia – L’Italia attualmente partecipa all’operazione EUNAVFORMED con la portaereomobili Garibaldi (Flag Ship) con due elicotteri EH 101 imbarcati, supporti sanitari imbarcati e a terra e risorse logistiche in alcune basi in Sicilia. All’operazione partecipano attivamente 24 nazioni europee (Italia, Regno Unito, Spagna, Germania, Lussemburgo, Estonia, Finlandia, Francia, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Latvia, Lituania, Malta, Olanda, Polonia, Romania, Slovenia, Svezia, Austria e Portogallo) Acque del Mediterraneo Centrale, nelle acque internazionali prospicienti le coste libiche in base alle decisioni del Consiglio Europeo che, il 20 aprile 2015,ha ribadito il forte impegno per agire al fine di evitare tragedie umane derivanti dal traffico di essere umani attraverso il Mediterraneo. Il 22 giugno 2015 il Consiglio dell’Unione Europea ha definitivamente dato il via all’operazione. Partecipare ad una operazione di gestione militare della crisi, che contribuisce a smantellare il modello di business delle reti del traffico e della tratta di esseri umani nel Mediterraneo centro meridionale, realizzata adottando misure sistematiche per individuare, fermare e mettere fuori uso imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dagli schiavisti o dai trafficanti in conformità delle norme di diritto internazionale applicabili, incluse le United Nations Convention of the Law of the Sea e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza del Consiglio delle Nazioni Unite. Sono in fase di definizione alcuni nuovi mandati aggiuntivi all’operazione. Nel contesto dell’Unione Europea, l’Italia è inserita nell’operazione EUNAVFOR MED, con un dispositivo aeronavale di 620 militari, che comprende anche la Flag Ship dell’operazione. L’Italia ha messo a disposizione il quartier generale operativo presso le strutture del Comando Operativo di vertice Interforze (COI) di Roma Centocelle, per svolgere funzioni di quartier generale operativo per la missione europea e fornisce anche il Comandante dell’operazione, l’Ammiraglio di divisione Enrico Credendino. L’operazione EU si svolge attualmente nelle acque internazionali del Mediterraneo Centrale nel tratto tra la Sicilia ed il limite delle acque territoriali libiche. Personale di staff italiano opera presso il Comando Operativo della Missione (OHQ) a Roma.
Acque Somalia – Atalanta/Ocean Shield – Contrasto alla pirateria – La situazione economico – sociale in Somalia ha favorito l’insediamento di attività illegali difficilmente contrastabili, tra cui gli atti di pirateria a danno del commercio marittimo, incluse le navi del World Food Program (WFP) dell’ONU. A seguito dei numerosi appelli da parte del WFP e della International Maritime Organisation (IMO), l’ONU ha promosso nel 2008 numerose Risoluzioni contro la pirateria somala.In questa cornice l’Unione Europea ha lanciato nel dicembre 2008 la missione Atalanta. Anche la NATO contribuisce agli sforzi internazionali per combattere la pirateria al largo del Corno d’Africa attraverso l’operazione Ocean Shield, a cui l’Italia può contribuire “su chiamata”. L’intervento è iniziato il 17 agosto 2009 dopo che il Consiglio Nord Atlantico ha approvato la missione. L’Operazione si basa sull’esperienza della precedente missione NATO di contrasto alla pirateria: Allied Protector, ed è caratterizzata dall’adozione di un approccio più globale alle iniziative di contrasto alla pirateria. L’obiettivo principale è quello di condurre operazioni di contrasto alla pirateria in mare ed allo stesso tempo ad assistere gli Stati regionali che ne fanno richiesta a sviluppare capacità di contrasto alla pirateria. Questo aspetto dell’operazione integra gli sforzi delle organizzazioni internazionali esistenti e le forze che operano nella zona per una sicurezza marittima duratura nel Corno d’Africa. Al fine di garantire supporto logistico al personale delle Forze Armate italiane impegnato nelle diverse operazioni che, sotto egida UN, NATO, UE o nazionale, gravitano nell’area del Corno d’Africa/Oceano Indiano è stata realizzata, a Gibuti, la Base Militare Italiana di Supporto (BMIS Gibuti).
Kosovo – KFOR – Joint Enterprise – KFOR è iniziata all’alba del 12 giugno 1999. Il contingente italiano entrava in Kosovo alla mezzanotte dello stesso giorno e raggiungeva Pec il mattino del 14 giugno. In precedenza le truppe NATO erano schierate nella FYROM (da dicembre 1998) per assicurare, nell’ambito dell’operazione “Joint (Determined) Guarantor” (sotto comando dell’Ace Rapid Reaction Corps). In un primo tempo, l’evacuazione in emergenza degli osservatori OSCE dal Kosovo ma successivamernte, il supporto alle organizzazioni umanitarie per l’assistenza ai profughi usciti dal Kosovo. Dal settembre 1999 e fino alla costituzione del NATO Headquarters Tirana (NHQT nel giugno 2002) alla KFOR risaliva anche la responsabilità dell’operazione NATO in Albania denominataCommunication Zone West (COMMZ-W) a guida italiana. Alla fine del 2004, in occasione del termine dell’operazione “Joint Forge” in Bosnia Erzegovina, con il passaggio delle responsabilità delle operazioni militari dalle forze NATO (SFOR) a quelle della Unione Europea (EUFOR), le autorità NATO decisero di raggruppare tutte le operazioni condotte dalla NATO nell’area balcanica in un unico contesto operativo (definito dalla Joint Operation Area), dando origine il 5 aprile 2005 all’Operazione “Joint Enterprise” che comprendeva le attività di KFOR, l’interazione NATO-UE, e i NATO HQ di Skopje, Tirana e Sarajevo. Dal maggio 2006 è stata avviata la ristrutturazione delle forze che ha visto la trasformazione delle forze militari internazionali in Kosovo da 4 Multinational Brigades a 5 Multinational Task Forces. Dal 10 gennaio 2010, pur rimanendo inalterati missione e compiti, il livello ordinativo delleMultinational Task Forces è stato ridotto a Multinational Battle Groups (MNBGs) su base Reggimento. In relazione agli sviluppi di situazione connessi con la dichiarazione di indipendenza del Kosovo, proclamata unilateralmente il 17 febbraio 2008, e la successiva entrata in vigore della relativa Costituzione il 15 giugno 2008, la presenza delle forze NATO è stata incrementata. In virtù della graduale cessione di responsabilità e attraverso la graduale riduzione delle forze in Teatro, all’operazione “Joint Enterprise” in Kosovo partecipano attualmente 31 Paesi, con un impegno complessivo di forze che oggi ammonta a circa 5000 unità. Le forze che dal 1° marzo 2011 compongono KFOR permanentemente schierate in Kosovo sono: due Multinational Battle Group (di cui uno a comando italiano), un Reggimento Carabinieri MSU (composto esclusivamente da militari dell’Arma dei Carabinieri), un Reggimento con funzioni di Riserva Tattica (multinazionale), nr. 3 unità multinazionali denominate JRD (Joint Regional Detachment) di cui uno a leadership italiana.
Fyrom – NATO HQ Skopje – Sin dall’ingresso delle forze della NATO in Kosovo (giugno 1999), la FYROM è stata utilizzata quale zona delle retrovie di KFOR, ospitando il comando responsabile dei rifornimenti (KFOR REAR) e le principali strutture di sostegno logistico, rappresentate dall’importante scalo aereo di Skopje e dai trasporti via terra provenienti dalla Grecia. Nel corso del 2001, le autorità governative della FYROM (Former Yugoslav Republic of Macedonia) chiesero alla NATO un contributo di forze per il processo di raccolta e distruzione delle armi spontaneamente riconsegnate dall’NLA (National Liberation Army). Per assolvere la missione, fu costituita una Task Force Harvest a guida NATO (circa 4500 uomini) alla quale contribuirono Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Olanda, Spagna e Turchia. L’operazione – denominata “Essential Harvest” – iniziò il 26 agosto e si concluse con il conseguimento della missione il 27 settembre 2001. Successivamente, su esplicita richiesta del Presidente della Repubblica Macedone, la NATO avviva l’operazione “Amber Fox”, finalizzata a sostenere gli osservatori internazionali dell’OSCE e dell’UE (circa 200 Unità) operanti sul territorio macedone. Tale operazione, iniziata il 27 settembre 2001, sotto la guida tedesca, divenne operativa il 14 ottobre 2001. La missione ed i principali compiti furono distribuiti sui seguenti cinque livelli di supporto agli osservatori internazionali. Il livello 1 prevedeva di fornire agli osservatori informazioni debitamente filtrate; nel livello 2 era previsto che il Comando della Task Force Fox organizzasse e rendesse disponibili dei team di collegamento con gli osservatori per assicurare una presenza itinerante; il livello 3 prevedeva un supporto di emergenza in situazioni di pericolo per la vita umana consistente in MEDEVAC (aerea o terrestre) e/o nell’intervento di team EOD, da attuare in modo tempestivo per estrarre il personale osservatore da campi minati o in situazioni similari; nel livello 4 era previsto l’impiego di una forza militare a livello battaglione da dislocare in specifiche località con ambiente incerto e capace di condurre simultaneamente due limitate operazioni di estrazione; il livello 5 costituiva un livello di supporto agli osservatori internazionali da usare per situazioni eccezionali; esso prevedeva il dispiegamento di forze speciali per il recupero di ostaggi da trasferire eventualmente al di fuori della Macedonia. L’operazione “Amber Fox” si concluse il 15 dicembre 2002, dando inizio ad una nuova operazione – denominata “Allied Harmony” (OPLAN 10418 di SHAPE) che meglio si adattasse alla ristrutturazione operata dalla NATO nel teatro dei Balcani. Successivamente all’operazione “Allied Harmony”, dal 1° aprile al 15 dicembre 2003, l’Unione Europea ha condotto in Macedonia una analoga operazione denominata CONCORDIA. A partire da dicembre 2003, il Consiglio dell’Unione Europea (UE), su invito delle Autorità della FYROM, ha istituito una missione di polizia della UE (EUPOL) denominata “PROXIMA”, la quale si svolge sotto la responsabilità del Rappresentante Speciale dalla UE in FYROM. Di tale missione facevano parte 5 Carabinieri italiani. Il 17 giugno 2002, in seguito alla ristrutturazione voluta da SHAPE, si compì la trasformazione ordinativa-organica di KFOR REAR e del Comando di “Amber Fox” in NATO HQ Skopje (NHQS). Alla fine del 2004, con il termine dell’operazione “Joint Forge” in Bosnia Erzegovina, ed il passaggio delle responsabilità delle operazioni militari dalle forze NATO (SFOR) a quelle della Unione Europea (EUFOR), l’Alleanza Atlantica ha raggruppato tutte le attività NATO nell’area balcanica in un unico contesto. Il 5 aprile 2005 iniziava, pertanto, l’Operazione “Joint Enterprise” che comprende le attività della KFOR(Kosovo) e dei NATO HQ di Skopje, Tirana e Sarajevo. Il NATO HQ Skopje, retto da un Senior Military Representative (SMR), è alle dirette dipendenze del Joint Force Command Naples (JFC Naples) e provvede al supporto delle Autorità bosniache ed ai coordinamenti tra queste ultime e la NATO.
Mali – MINUSMA – United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali – La missione delle Nazioni Unite MINUSMA (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali) è stata decisa con la Risoluzione 2100 del 25 aprile 2013 dal Consiglio di Sicurezza per sostenere il processo politico di transizione e aiutare la stabilizzazione del Mali. Adottando all’unanimità la Risoluzione 2164 del 25 giugno 2014, il Consiglio ha inoltre deciso che la missione si concentrasse su compiti, come garantire la sicurezza, la stabilizzazione e la protezione dei civili; sostenere il dialogo politico e la riconciliazione nazionale; assistere il ristabilimento dell’autorità statale, la ricostruzione del settore della sicurezza, e la promozione e protezione dei diritti umani nel paese. L’Ufficio delle UN in Mali (UNOM) è stato assorbito da MINUSMA dal 25 aprile 2013. Da luglio 2013, MINUSMA è subentrata alla missione Africana di supporto al Mali (AFISMA). MINUSMA ha una forza autorizzata fino a 12.640 soldati, inclusa una Quick Reaction Force e 1.440 agenti di polizia.
Libano – UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) – La missione UNIFIL è nata con la Risoluzione 425 adottata in data 19 marzo 1978 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, a seguito dell’invasione del Libano da parte di Israele (marzo 1978). Successive Risoluzioni hanno prorogato, con cadenza semestrale, la durata della missione. A seguito di un attacco alle Israeli Defence Force (IDF), avvenuto il 12 luglio 2006, a Sud della Blue Line nelle vicinanze del villaggio israeliano di Zar’it, da parte di elementi Hezbollah, vennero uccisi otto soldati israeliani mentre altri sei vennero feriti e due catturati da dette milizie. Al rifiuto della richiesta di rilascio, Israele iniziò una campagna militare in Libano mirata ad annientare le milizie di Hezbollah ed altri elementi armati; in conseguenza di ciò, milizie Hezbollah condussero degli attacchi contro infrastrutture civili israeliane nel Nord di Israele. L’escalation delle ostilità portò le IDF a condurre una vasta campagna militare nel Nord della Blue Line contro le milizie armate di Hezbollah. Le ostilità continuarono per 34 giorni durante i quali venne svolta una intensa attività diplomatica internazionale tesa al conseguimento di una tregua/cessate il fuoco per la successiva creazione di stabili condizioni di pace, che è culminata con la Risoluzione n. 1701 dell’11 agosto 2006 con la quale si sanciva la cessazione delle ostilità a partire dal 14 agosto 2006. Dall’inizio del cessate il fuoco, le IDF continuarono ad occupare larghi tratti dell’Area di Operazioni (AO) di UNIFIL mentre gli Hezbollah e gli elementi armati rimasero nel Sud del Libano. Durante i giorni di conflitto, inoltre, i contingenti di UNIFIL di India e Ghana continuarono ad occupare le proprie postazioni nella AO mentre, dal 24 luglio 2006, i 4 posti di osservazione vennero abbandonati dagli osservatori ONU. Il 2 febbraio 2007, il Generale di Divisione italiano Claudio Graziano, dando il cambio al Generale di Divisione francese Alain Pellegrinì, assumeva il Comando della forza ONU in Libano (UNIFIL) e al quale successivamente succedeva, da gennaio del 2012 fino al luglio 2014, il Generale di Divisione Paolo Serra. Dal 24 luglio 2014 il Generale di Divisione Luciano Portolano è al Comando della forza ONU in Libano (UNIFIL).
fonte – http://www.difesa.it/