Cala la popolazione di cittadinanza italiana, aumentano gli stranieri

Foto di 👀 Mabel Amber 👀, Messianic Mystery Guest da Pixabay

“Nel corso del 2015 il numero dei residenti (in Italia, ndr) ha registrato una diminuzione consistente per la prima volta negli ultimi novanta anni: il saldo complessivo è negativo per 130.061 unità”. Ma quel che è peggio è che “il calo riguarda esclusivamente la popolazione di cittadinanza italiana – 141.777 residenti in meno – mentre la popolazione straniera aumenta di 11.716 unità”. Complessivamente “al 31 dicembre 2015 risiedono in Italia 60.665.551 persone, di cui più di 5 milioni di cittadinanza straniera”. Ma non è tutto perché, al netto del progresso tecnologico e medico-scientifico, l’età media della popolazione residente è 44,7 anni. Tradotto in parole povere, gli italiani non fanno più figli e il Bel Paese sta progressivamente superando la fase dell’invecchiando per entrare “a pieno titolo” in quella (per nulla confortante) della decrescita non più solo economica ma anche demografica.

A scagliare questa nuova tegola che sancisce l’ennesimo record negativo degli ultimi anni, ci ha pensato l’Istat che ha consegnato agli organi di stampa un quadro impietoso che conferma come stia inconcepibilmente continuando “la diminuzione delle nascite in atto dal 2008”, calo che certifica come “nel 2015 i nati sono meno di mezzo milione (-17 mila sul 2014) di cui circa 72 mila stranieri (14,8% del totale)”. Il saldo tra nascite e decessi è negativo “per quasi 162 mila unità”, e lo è per i dati fatti registrare dai cittadini italiani (-227.390 unità) mentre risulta positivo “per i cittadini stranieri (quasi 66 mila unità)”.

Secondo quanto emerso dall’indagine dell’Istituto Nazionale di Statistica, “sono circa 200 le nazionalità presenti nel nostro Paese”, delle quali circa il 50% – ovvero oltre 2,6 milioni di individui – sono europee, con in testa quelle rumena e albanese che fanno registrare, rispettivamente, il 22,9% e il 9,3%.

Insomma, passano gli anni, si succedono governi (più o meno tecnici) che non godono di alcuna legittimazione democratica, ma di dati positivi riguardanti la ripresa del nostro Paese se ne leggono ben pochi.

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About the Author: Luigi Iacopino