I PRIVATI CONCEPISCONO, REALIZZANO E AVVIANO PROGRAMMI D’INVESTIMENTO PER 100 NIDI D’INFANZIA. LA REGIONE APPROVA, RITARDA NELL’EROGAZIONE DEI CONTRIBUTI E INDUCE ALLA CHIUSURA DEI SERVIZI EDUCATIVI.
La Sezione Uil scuole paritarie e private della Provincia di Reggio Calabria segnala, ancora una volta, i gravi ritardi della Regione Calabria nell’erogazione dei contributi inerenti l’avviso pubblico rivolto ai privati, indetto nel lontano 2011, per la realizzazione di nidi d’infanzia e servizi educativi integrativi. Risale al 23 ottobre 2013 la pubblicazione della graduatoria definitiva dei 100 beneficiari ammessi a finanziamento. Sono trascorsi quasi tre anni duranti i quali gli stessi beneficiari hanno, da tempo, attuato l’intero programma d’investimento anticipando le risorse finanziarie previste sia a valere sulla quota di cofinanziamento nonché la quota di contributo spettante del fondo Regionale. Ricordiamo che i vincoli previsti dall’avviso pubblico imponevano un crono programma delle attività che prevedesse la conclusione nel termine massimo (per le vari fasi: costruzione e avvio della gestione del nido) di sei mesi dalla concessione del contributo pubblico. Tale tempistica accelerata, sin da subito, si è posta in antitesi con quella attuata dagli uffici regionali che in netta contrapposizione hanno impiegato ben 24 mesi per definire la graduatoria dei soggetti beneficiari e 36 mesi per giungere alla firma delle convenzioni. E mentre i beneficiari hanno realizzato l’intero programma d’investimento nel rispetto dei vincoli temporali semestrali, con aggravamento della posizione debitoria nei confronti degli istituti bancari e maggiori oneri finanziari a causa della mancata erogazione del contributo assegnato, la Regione solo a febbraio 2016 procedeva all’erogazione, di una prima trance, della quota di anticipazione del contributo limitatamente ad alcuni dei 100 beneficiari del finanziamento. Da quanto riferisce il Dipartimento Regionale “Sviluppo economico, Lavoro, Formazione e Politiche sociali” alla stato attuale l’ufficio di Ragioneria non ha ancora concesso l’autorizzazione per l’invio della distinta di liquidazione per l’erogazione della prima quota a tutti i beneficiari, anche se da tempo gli stessi hanno firmato la relativa convenzione e completato il programma d’investimento. Conseguentemente la Giunta Regionale non ha proceduto ad autorizzare l’erogazione del contributo dovuto a gran parte dei beneficiari i quali a distanza di tre anni non hanno incassato un solo euro. Nel frattempo tutti i soggetti gestori dopo avere avviato le attività, mantenuto in vita in questi anni i servizi educativi, oggi sono ormai al collasso finanziario e non hanno più le risorse necessarie per continuare a sostenere tali attività. Tutto ciò pone un forte rischio per gli investimenti finanziari sinora sostenuti per oltre 20.000.000,00 di euro e compromette 1.000 posti di lavoro distribuiti tra coordinatori, educatori e collaboratori che prestano le loro attività in questi servizi educativi. Insomma a fronte di un privato sociale che in Calabria avvia processi produttivi, implementa nuovi posti utente nel sistema integrato dei servizi educativi per la prima infanzia, affronta il tema della conciliazione tra famiglia e lavoro, sostiene e affianca le famiglie sui temi dell’educazione, sviluppa processi di apprendimento per favorire il benessere e la crescita dei bambini, si contrappone l’incapacità amministrativa della Regione Calabria che attraverso la scarsa attenzione politica e le lungaggini burocratiche e amministrative contrasta la crescita dei servizi per la prima infanzia in un sistema educativo che in Calabria non riesce proprio a decollare. Un bando nato nell’ottica del piano straordinario per lo sviluppo del sistema integrato dei servizi socio educativi per la prima infanzia con l’obiettivo di creare nuovi nidi, a causa degli inadempimenti della Regione Calabria, rischia invece di innescare risultati opposti a quelli attesi: condurre cioè alla chiusura i nidi che in questi anni sono stati attivati nel territorio regionale. Si rischia di perdere, quindi, la propulsione avviata dal privato sociale e dovere restituire parte delle risorse che a suo tempo sono assegnate dallo stesso piano straordinario. La Calabria non riesce ancora a spendere celermente i finanziamenti attribuiti, la macchina burocratica si muove lentamente come risulta evidente anche dai dati emersi dall’ultimo monitoraggio straordinario delle risorse del Pac infanzia. La verifica eseguita nel mese di aprile, sullo stato effettivo di avanzamento finanziario, procedurale e fisico dei progetti approvati con il primo riparto finanziario del programma, ha evidenziato che in Calabria su un importo finanziato di 16.543.657,33 la somma corrisposta al 20 aprile è solamente pari al 2,86% mentre quello impegnata è del 50,93%. Con ciò sono evidenti le difficoltà con cui i distretti socio sanitari gestiscono le risorse assegnate e l’incapacità della Regione di attuare attività di controllo e monitoraggio utili per accelerare la spesa sui servizi programmati nei singoli piani di intervento. I gestori dei nidi beneficiari del contributo regionale sono all’estremo delle forze e non reggeranno ancora per molto tempo, chiedono un intervento immediato dell’Assessore Roccisano atto a sbloccare i pagamenti del contributo regionale e scongiurare la chiusura dei servizi educativi. Tra un paio di mesi, inoltre, si rischia di ricadere nei limiti del patto di stabilità, a cui sono vincolate le Regioni, con l’impossibilità di erogare anche per questa annualità i contributi assegnati. La conseguenza sarà la chiusura dei nidi, la perdita di ulteriori posti utente in una Regione che secondo l’ultimo monitoraggio del piano di sviluppo dei servizi socio educativi non supera il 6% di tasso di copertura su popolazione 0-2 anni (cioè solo 6 bambini su 100 frequentano un asilo nido), nonché il licenziamento di oltre 1.000 lavoratori attualmente impegnati nel sistema educativo della prima infanzia. Basta proclami e buone intenzioni in questa Regione occorre che la parte politica e gli organi tecnici amministrativi agiscano celermente affinché siano garantiti i servizi all’infanzia e la loro continuità futura e pertanto è necessario che provveda celermente ad accreditare i contributi assegnati ai beneficiari. Le Istituzioni ai vari livelli devono comprendere che questi servizi rappresentano palestre di opportunità, una sfida su cui investire e su cui non si fa abbastanza, basti pensare che a distanza di tre anni dall’emanazione della legge regionale 29 marzo 2013, n. 15 la stessa normativa risulta ancora poco applicata. Pur avendo superato un gap legislativo che è durato ben 40 anni la Regione Calabria, in materia di prima infanzia, si presenta inoperosa non avendo attuato gli strumenti di programmazione previsti dalla normativa, in particolare ci riferiamo alle funzioni indicate dagli articoli 11 e 12 che prevedono l’approvazione del Piano triennale regionale dei servizi educativi e del programma annuale regionale per i bambini da zero a tre anni che sinora sono stati oggetti sconosciuti da parte del competente dipartimento regionale. Rivolgiamo quindi il nostro appello all’assessore Roccisano, a cui richiediamo maggiore sensibilità rispetto a questo tema, affinché si ponga in primo piano l’investimento sociale e pedagogico nella prima infanzia, acclamato che lo stesso e ritenuto oramai fondamentale e influente sugli esiti futuri nella vita dei bambini da zero a tre anni, un’occasione di sviluppo sociale, culturale e intellettuale e una grande opportunità di coesione sociale. Un famoso pedagogo polacco Janusz Korczak sosteneva che “i bambini non sono un conoscente incontrato per caso, che si può salutare al volo, liquidandolo facilmente con un sorriso e un inchino. I bambini sono una grossa percentuale dell’umanità, della popolazione, della nazione, degli abitanti, dei concittadini … sono i nostri compagni di sempre. C’erano, ci sono e ci saranno”.