Non le manda a dire De Raho, aspirante Procuratore della Repubblica di Napoli. La platea nazionale presso la Camera dei Deputati era invitante e l’occasione non andava persa. Il tenore perentorio e risolutivo non consentono perplessità di sorta: “La ‘ndrangheta governa la Calabria!”. La prima riflessione che ne consegue è quale destino avranno le favolose ed incommensurabili promesse, anche recentemente ribadite, dal premier Renzi: ”Trasformeremo il volto di questa Regione!”. Ma lui, De Raho, lo aveva già detto in passato:” Quaranta anni di omissioni da parte di chi aveva il dovere di intervenire”. Il tutto traducibile in indiscussa omertà, anche se non recepiamo da parte di chi. Non capiamo però se De Raho intendesse parlare dei colleghi, delle forze dell’ordine, dei parlamentari, degli amministratori, delle lobbies, della ‘ndrangheta. Ma ora le cose stanno cambiando. “Siamo alla svolta!”. Ha tuonato De Raho solo per la presenza di tredici collaboratori di giustizia. Ecco l’arma vincente. Il resto della conferenza è stata un condensato di notizie circa le cause e la diffusione della ‘ndrangheta nel mondo. Note trite e ritrite e impaginate in centinaia di volumi. Null’altro! Le considerazioni più logiche attengono al disconoscimento della inettitudine delle classi governanti nazionali che del problema Mezzogiorno si sono sempre lavate le mani. La ‘ndrangheta rimane solo un “fatto criminale” e quindi va combattuta con la sola strategia giudiziaria, misconoscendo il pensiero dei grandi meridionalisti del passato e del presente che, inascoltati, hanno sollecitato con forza un più radicale impegno nella prevenzione generale e un aiuto al territorio che deve arrivare solo con la possibilità di accesso al lavoro. Ma questa tesi è talmente e totalmente, priva di contenuti secondo i governi di turno, che hanno, di contro, dato pieno mandato all’antimafia declamatoria e marciaiola. I Calabresi Briganti erano e Briganti rimarranno. Vero Rosy Bindi? Ma tornando all’attualità ed alla categoricità del messaggio di De Raho ci viene da domandare: “Oliverio se ci sei batti un colpo! Fai sapere ai tuoi corregionali il tuo pensiero in merito e che proposta fai alla tua terra per risollevarla.”. A proposito. Quale è stata l’opera dei parlamentari, anche di lungo corso, che bivaccano lungo il transatlantico di Montecitorio, di ritorno dalla buvette, solo per chiudere accordi, o dei senatori che circolano a palazzo Madama in attesa di rientrare il venerdì nei loro collegi elettorali. La verità è che, perpetuando scelte politiche consolidate dalla farsa dell’Unità d’Italia al giorno d’oggi, si insiste nell’opprimere il Mezzogiorno, vilipendendo e tradendo tutti i diritti soggettivi costituzionali insiti al procedimento penale, in barba alle lezioni che arrivano dalle Corti, Costituzionale e di Cassazione. Nulla, neanche una virgola, circa le effettive cause delle mille insicurezze, delle mille insostenibilità che da 150 anni affliggono le nostre comunità. Da parte nostra giunga un accorato appello: Ci si dia una definitiva risposta sugli omicidi che hanno afflitto la Calabria e che fino ad oggi sono stati abilmente negoziati sul versante declamatorio, e per quel che appare, anche abbastanza fruttuoso. Infine usciamo dalle generalizzazioni. Si facciano nomi e cognomi dei professionisti inseriti come componenti organici della ‘ndrangheta, e con molta disinvoltura indicati solo come categorie. Si faccia luce sulle denunce che Alleanza Calabrese ha presentato alla Procura, al Prefetto, ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza, alla Polizia di Stato, alla Stampa. Ex 208, Autoparco Leonia, Miramare, Manutenzione stradale, Verde pubblico tanto per citarne alcune. La Regione Calabria, il suo Presidente ed i Sindaci tutti interpellino le loro coscienze e, e ove mai lo ritenessero utile, aprano una discussione sul grave dissesto della nostra realtà economica e sociale, dell’abbandono in cui ci lasciano vivere, senza speranze, in una terra martoriata da sempre e volutamente fatta vivere in perenne emergenza. Terra venduta ogni giorno sull’altare della loro anti ‘ndrangheta. Mussolini durante il suo discorso a Reggio, in Piazza del Popolo, il 31 marzo 1939, disse: “ Non esistono questioni meridionali e questioni settentrionali, esistono questioni nazionali, poiché la Nazione è una famiglia, e in questa famiglia non vi devono essere figli privilegiati e figli derelitti”. Ecco signor De Raho noi non vogliamo essere più derelitti. E per non esserlo vogliamo solo le verità!
Il Presidente
Enzo Vacalebre