Aperta, o sarebbe meglio dire riaperta, la rotta adriatica per il “traffico” di immigrati. Ma questa volta a differenza dei gommoni o delle “carrette” del mare, a cui siamo abituati , si parla di imbarcazioni solide e pure con un contratto regolare di affitto tra armatore e scafista georgiano. Lo si apprende dalle pagine de Ilgiornale.it. Si parte dall’Albania per approdare a Santa Maria di Leuca. La rotta che dopo la caduta del muro di Berlino e la caduta del regime di OXA, era presa dai barconi pieni di albanesi in fuga da un paese in collasso, ora viene presa anche dai “profughi”. Ieri una barca è arrivata in porto con 52 migranti afghani, pakistani, siriani e somali, fra cui 21 minorenni è approdata al porto della cittadina pugliese, a causa di un’avaria al motore e il conseguente sos. Di certo non è la prima barca a compiere questo “mercato” di clandestini, ma è la prima ad essere intercettata dalla guardia costiera e scoperta con il suo carico di vite umane. Un’ipotesi che si paventava da mesi è diventata realtà, infatti con i confini macedoni al collasso e l’Ungheria che ha chiuso le frontire l’unica strada percorribile è quella albanese e la traversata adriatica. Per il nostro paese quindi si apre una terza via di immigrazione clandestina, la prima è la classica “via di Lampedusa”, la seconda la “via slovena” e quindi il confine Triestino, ed ora la “via adriatica” con partenza Albania ed arrivo pugliese. Di certo non si prospettano tempi rosei per il nostro paese, e bisognerà vedere come si potrà fronteggiare questa ennesima sfida.