Dura riflessione rilasciata dal Card. Angelo Bagnasco presidente della CEI. Nel discorso di apertura dell’assemblea generale avvenuta ieri, dopo il discorso del Santo Padre, il suo intervento dove fa delle serie e posate considerazioni sulle unioni civili e la loro “evoluzione”. Riguardo le unioni civili il Card. Bagnasco dichiara : ” sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia; le differenze sono solo dei piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici giuridici facilmente aggirabili,” e rincarando la dose azzarda : ” in attesa del colpo finale, così già si dice pubblicamente, compresa anche la pratica dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà”.(ilGiornale.it) Bagnasco durante il suo ragionamento fa capire come la politica non ha posto la necessaria attenzione su altri gravi problemi: il lavoro che manca, la povertà, le dipendenze come quelle legate al gioco d’azzardo sono i problemi del Paese rispetto ai quali la gente vuole vedere il parlamento impegnato senza distrazioni di energie e di tempo, perché questi sono i problemi veri del Paese, cioè del popolo. Per questo non si comprende come così vasta enfasi ed energia sia stata profusa per cause che rispondono non tanto a esigenze, già per altro previste dall’ordinamento giuridico, ma a schemi ideologici. Potremmo definire questo discorso limpido lineare e senza artifici alcuni, anzi il classico discorso che potrebbe tenere un qualsiasi “uomo della strada”, che non vede la tanto acclarata urgenza di una legge simile a discapito dei problemi contingenti del paese tutto. Naturalmente il discorso suffragato dai dati sulla povertà assoluta nel nostro paese, che sembra “ignorata” dal governo, infatti il card. Bagnasco fa notare come la povertà assoluta investe 1,5 milioni di famiglie, per un totale di 4 milioni di persone, il 6,8 della popolazione italiana.