Lettera dei progettisti dello studio di “Zaha” al Sindaco

watherfront27-04-2016 – Il prestigioso studio internazionale di progettazione ha inviato una missiva Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, dopo aver appreso per vie informali, che il Regium Waterfront così come lo aveva immaginato l’architetto Zaha Hadid non verrà realizzato. E’ una lettera, pervenutaci anche in redazione a firma di Filippo Innocenti, che segue un’altra già inviata, dagli stessi, l’8 maggio 2015, alla quale non c’è stata una risposta dell’Amministrazione (in base a quanto dichiara l’ufficio di Zaha Haid) che manifesta garbatamente un disappunto per una decisione che nelle spiegazione e puntualizzazioni degli architetti non trova alcuna giustificazione. Seppur comprensibili le preoccupazioni per la realizzazione di un’opera così imponete e per i costi di gestione della stessa, lo staff di Zaha Hadid ha deciso di spiegare le motivazioni a difesa del progetto che potrebbe essere sostenuto economicamente da una città (Metropolitana) come Reggio Calabria. “ Nelle migliori intenzioni della gestione precedente il Centro delle Culture del Mediterraneo (CCM) si proponeva, tramite la combinazione di una forte offerta culturale a supporto di una strategia di rilancio turistico, di attrarre l’interesse dei grandi vettori sia croceristici che low-cost, con evidenti opportunità per Reggio Calabria. ” L’allora Amministrazione Comunale aveva commissariato un primo riscontro di concretezza della società inglese Lord Cultural Resources (organizzazione specializzata nei servizi di supporto alle strutture culturali). In base agli studi di quest’ultima il Centro Culture del Mediterraneo avrebbe dovuto essere un luogo di svago, di scoperta e di conoscenza del patrimonio marittimo dello Stretto di Messina. Il CCM avrebbe avuto l’importante mission di : Creare una meta internazionale espressione di una profonda identità territoriale, attrarre visitatori di tutte le età, offrire una struttura culturale e ricreativa di alto livello, essere un punto di incontro ed uno spazio sociale attivo in ogni momento e raccontare la storia delle culture dell’area del Mediterraneo e del territorio calabrese. In sostanza il giusto compromesso tra gli aspetti culturali e sociali. Tramite le sue esposizioni, sia permanenti che temporanee, e con l’acquario il Centro si sarebbe proposto di rappresentare il rapporto tra l’uomo e l’ambiente marino, quella serie di beni culturali materiali ed immateriali indigeni, che devo essere preservati e tramandati. Il punto di forza del progetto, come si legge nella lettera inviata a Giuseppe Falcomatà, consisteva nella combinazione tra l’offerta della collezione permanete e la programmazione dinamica di quelle temporanea. L’opera avrebbe avuto anche una ricaduta occupazionale non indifferente, sarebbe infatti prevista l’occupazione di 54 figure professionali. Le condizioni essenziali per la riuscita del progetto indicate dalla londinese Lord Culture sarebbero: Abilità nel creare eventi ed un programma culturale di rilievo associati ad una forte strategia di comunicazione; capacità di ancorare l’istituzione del territorio e di costruire una solida rete di partnership con i principali attori culturali\sociali ed economici del territorio locale; capacità di sviluppare un network su scala nazionale ed internazionale; abilità nel fidelizzare la comunità locale attraverso le definizione di programmi a destinazione delle scuole ed infine la capacità di attivare una nuova strategia di promozione turistica nel territorio. Da quanto si apprende, lo studio Zaha Hadid Architects, sarà costretto anche ad adire le vie legali per sollecitare il pagamento delle dovute spettanze contro il Comune di Reggio Calabria.

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.