Scende di posizione e peggiora la sua situazione l’Italia sul fronte della libertà di stampa. Nell’annuale classifica di Reporters Sans Frontieres il nostro Paese scende di ben quattro posizioni dalla 73esima del 2015 alla 77esima del 2016 (su un totale di 180 Paesi). L’Italia è il fanalino di coda della Ue, seguita soltanto da Grecia, Cipro e Bulgaria. In Italia nei primi dieci mesi del 2014 si sono verificati 43 casi di aggressione fisica e sette casi di incendio doloso a case o auto di giornalisti. I processi per diffamazione “ingiustificati”, secondo i dati Rsf raccolti dall’associazione “Ossigeno per l’informazione” che da anni registra notizie sui giornalisti minacciati in Italia, sono aumentati da 84 nel 2013 a 129 nei primi dieci mesi del 2014. Fra i motivi che – secondo l’organizzazione con base in Francia – pesano sul peggioramento, il fatto che «fra i 30 e i 50 giornalisti» sarebbero sotto protezione della polizia per minacce di morte o intimidazioni. Nel rapporto vengono citati anche «procedimenti giudiziari» per i giornalisti che hanno scritto sullo scandalo Vatileaks. I giornalisti in maggiore difficoltà in Italia, dunque, sono quelli che fanno inchieste su corruzione e crimine organizzato. Stupisce che in graduatoria il nostro Paese sia superato anche da Paesi come l’Ungheria del discusso premier Orban (65esimo posto) o come Burkina Faso e Niger (46esimo e 47esimo posto). Peggio dell’Italia in Europa è riuscita a fare solo Andorra, caduta in un anno di 27 posizioni a causa delle difficoltà incontrate dai giornalisti nel raccontare le attività delle banche del piccolo Paese tra Francia e Spagna.