di Fabrizio Pace – L’astensionismo ha vinto ancora una volta in politica. Il potere che il popolo sovrano può esercitare non è riuscito ad essere ufficializzato perché buona parte degli italiani non si è recato alle urne. I motivi di questa astensione sono da ravvedersi in molti fattori. Certo, è stato inusuale che il premier e buona parte del suo endorsement abbia ricordato ai cittadini che non votare per le trivelle fosse una scelta di coscienza legittima. Una volta Berlusconi in una situazione simile disse “andrò al mare” e giù titoloni e trasmissioni tv per gridare allo scandalo, invece in questo caso addirittura certa l’informazione o taceva o peggio ancora traviava gli italiani spiegando che si votava solo nelle regioni interessate….
Il Referendum sulle trivelle era effettivamente una COSTOSA (330 mln di euro) presa in giro. Tuttavia avrebbe potuto anche essere il modo con il quale tutti coloro che quotidianamente esternano dissenso nei confronti del premier avrebbero quanto meno potuto fargli capire che sono in grado di mandarlo a casa. Ed invece ormai assuefatti alla mediocrità, taluni, o con il portafoglio gonfio, tal’altri, gli italiani hanno deciso di non esercitare il loro di diritto fondamentale. E’ impossibile che M5Stelle più i partiti di destra uniti e l’estrema sinistra non abbiamo battuto gli astenuti del mai eletto premier. Il PD, sempre meno di sinistra, e sempre più simile ad un carrozzone su cui sono balzati vecchi e nuovi democristiani, ha forse rotto definitivamente con l’ala estremista. Circostanza questa che gli farà perdere non pochi voti alle prossime tornate elettorali.
Per un PD che scende nelle preferenze e che si frattura c’è una destra che si ricompatta e vota decisa il SI, espressione di dissenso nei confronti delle lobby affariste che hanno goduto per decine di anni di royalty ridicole e hanno volutamente spostato l’accento del confronto elettorale sulla perdita del lavoro. Come se le Compagnie, soggetti privati, non avessero già stra-guadagnato negli anni passati i soldi necessari a indennizzare gli eventuali lavoratori rimasti inoccupati. E’ dal premier che anche nella nostra città hanno preso esempio i suoi seguaci politici. Un sindaco ed classe politica che fa parte di un partito che si dice democratico che però non vota come si potrebbe definire?…
Proprio a livello locale si sono evidenziate le distanze tra gli uomini di “sinistra” il governatore Mario Oliverio si è recato alle urne mentre il segretario regionale Ernesto Magorno si è astenuto, sulla stessa scia il primo cittadino reggino Giuseppe Falcomatà. Può un territorio essere governato efficacemente da forze che pur essendo all’interno dello stesso partito non remano con lo stesso verso… ricordatevene alle prossime elezioni, se mai alzerete il c… per dedicare 30 minuti al vostro futuro.