Si è svolto venerdi, 15 aprile 2016, nel tardo pomeriggio presso l’E’-Hotel a Reggio Calabria il convegno promosso dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte “Area naturale e biodiversità nella città metropolitana di Reggio Calabria”, terza ed ultima tappa del percorso di confronto, sensibilizzazione e approfondimento sul processo di “metropolizzazione” che coinvolge l’intero comprensorio aspromontano. Al convegno, moderato da Chiara Parisi, responsabile della comunicazione dell’Ente Parco, sono intervenuti: Dario Latella, professore di Diritto Commerciale dell’Università di Messina ha discusso di “Parchi e Città Metropolitane: da modello di organizzazione a occasione di sviluppo”; la professoressa di Pianificazione e Progettazione Urbanistica all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Francesca Moraci ha trattato le “Strategie, innovazione, infrastrutture materiali e immateriali: l’Aspromonte nodo della rete ecologica metropolitana” e a Massimiliano Ferrara professore di Matematica per l’Economica dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria ha illustrato la relazione dal titolo: “Biodiversità e bioeconomia per un nuovo paradigma di crescita sostenibile in ambito metropolitano”. Le conclusioni dell’incontro sono state affidate al Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bombino.
Questi incontri itineranti, iniziati ad Africo, poi Cittanova ed infine Reggio e che sono stati fortemente voluti dal Presidente Bombino, hanno avuto come obiettivo di accompagnare la comunità aspromontana e gli amministratori dei 37 comuni che ricadono nell’Area Protetta nella nuova “dimensione metropolitana”, la cui fisionomia, caratterizzata dalla presenza di un Parco Nazionale, esprime una geografia ed un assetto pressoché esclusivi nel panorama internazionale. Coinvolgente come sempre l’intervento del Presidente del Parco che incanta la platea sottolineando quanto sia importante considerare tutto il territorio della provincia, ma anche tutto il territorio calabrese, sia costiero che montano, nelle scelte di intervento di pianificazione perché tutti gli ecosistemi, compreso quello urbano, sono interconnessi tra di loro in modo tale da non poter essere presi in considerazione singolarmente senza pensare all’influenza che l’uno ha sull’altro.