Reggio venga risarcita… !

Azione NazionaleLe circostanze e le procedure che hanno determinato lo scioglimento della neo eletta Amministrazione comunale di Reggio Calabria, unitamente alle vicende che hanno coinvolto le Amministrazioni di Roma e Rende, attestano come il provvedimento che dispone lo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose non appartenga più alla sfera del diritto, bensì sia frutto di scelte esclusivamente di natura politica;  La inadeguatezza dello strumento normativo riapre con forza e rende attuale il dibattito sulla modifica dell’articolo 143 del Testo Unico; la Legge, spesso prestata all’utilizzo strumentale di circostanza, e la sua inefficacia rilevano in molti casi la insufficienza del provvedimento nell’apportare rimedio alle cause che determinano lo scioglimento di amministrazioni locali lasciando, per contro, stralci di crisi economica e sociale nelle comunità cittadine interessate dai commissariamenti. Azione Nazionale, rifuggendo da polemiche e valutazioni politiche sulla decisione che nel 2012 portò alla sospensione della democrazia a Palazzo san Giorgio, intende sostenere con forza il diritto per Reggio ad un risarcimento per il danno determinato da una inutile e dannosa amministrazione commissariale, un danno palese e quotidianamente sotto gli occhi di tutti, sia in termini economici con la perdita di oltre 200 milioni di euro che per il gravame fiscale insostenibile e vessatorio per le famiglie e le imprese. Azione Nazionale - Petizione PopolareMa, ancor di più, pesa la perdita di una prospettiva, di un progetto per la nostra Comunità, vilipesa ed abbandonata che vede nella fuga dei giovani, oltre 6000 negli ultimi anni, l’unico rimedio possibile ad una situazione insostenibile.Da oggi si offre alla Città e non soltanto, una petizione popolare che promossa da Azione Nazionale diviene strumento di partecipazione spontanea e democratica di quanti ritengono e riterranno che il Popolo rimane sovrano autodeterminandosi nella rivendicazione e nella difesa dei suoi diritti.  Non vi è e non vi sarà colore di parte politica, tant’ è che la petizione si rivolge a tutte le cariche istituzionale rappresentando così la vera e concreta occasione per dimostrare, senza revanescenze o posizioni di parte, quanto si ritenga importante e prioritario il bene e lo stesso destino della nostra Comunità cittadina. Dal Sindaco al Presidente del Parlamento Europeo, un indirizzo ed un possibile coinvolgimento per attestare il danno che Reggio ha subito per l’applicazione iniqua di una norma che, a detta dello stesso premier Renzi, “essendo di competenza del Consiglio dei Ministri è una decisione politica che prescinde dalle indagini e dagli atti previsti dalla norma.” I gazebo allestiti per la raccolta delle firme rappresentano l’occasione per ridare ai cittadini la parola e la forza del vero cambiamento.

Da lunedì saremo in piazza con quanti vorranno apporre una firma del Reggio.

Azione Nazionale Reggio Calabria

PETIZIONE POPOLARE

Iniziativa Popolare ai sensi dellarticolo 50 Costituzione della Repubblica Italiana ed ai sensi dellarticolo 44 della Carta dei Diritti fondamentali dellUnione Europea

I sottoscritti Cittadini ed Enti

PREMESSO:

– Che con provvedimento del Governo Monti Reggio Calabria è stato il primo Capoluogo di Provincia sciolto ai sensi dellart. 143 del T.U.E.L., nella storia del nostro Paese;

– Che le circostanze e le procedure che hanno determinato lo scioglimento della neo eletta Amministrazione comunale di Reggio Calabria, unitamente alle vicende che hanno coinvolto le Amministrazioni di Roma e Rende, attestano come il provvedimento che dispone lo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose non appartenga più alla sfera del diritto, bensì sia frutto di scelte esclusivamente di natura politica;

– Che, in particolare, nei confronti della nostra città, la ragion di stato ha orientato il Governo Monti verso il provvedimento solutorio che l’allora Ministro Cancellieri definì esemplare con dichiarazioni alquanto impegnative : ” è un messaggio importante per far capire anche al resto del mondo che lItalia è un paese che guarda i suoi problemi, ma ha la forza di risolverli …..” è statauna decisione molto sofferta a difesa e in favore della collettività. Lo Stato vuole essere vicino alla città di Reggio Calabria, con tutto quello che ciò comporterà, proprio per poter dare rilancio e sviluppo alla città …”

RILEVATO

– Che a seguito dello scioglimento è stata nominata una commissione straordinaria composta da tre membri con l’arduo compito di amministrare una città capoluogo di Provincia di 200 mila abitanti e che per estensione è il quarto comune dItalia ;

– Che la gestione commissariale, protrattasi per 24 mesi, si è caratterizzata per una eccessiva burocratizzazione e si è occupata esclusivamente dell’ordinaria amministrazione, senza neppure riuscire a garantire l’erogazione dei servizi essenziali, finendo solo per acuire gli effetti della crisi economica ed il conseguente disagio sociale, come testimoniato dalla chiusura di numerose attività produttive, pubbliche e private, e dalla inevitabile perdita di centinaia di posti di lavoro;

– Che l’azione dello Stato, manifestatasi attraverso i commissari prefettizi, oltre ad incidere in termini pesantemente negativi sul tessuto sociale ed economico della città, ha determinato, tra l’altro :

la sospensione delle procedure per la costituzione della città metropolitana, con la conseguente perdita dell’opportunità di acquisire risorse ed elaborare idonee strategie finalizzate allo sviluppo della nuova area territoriale;

l’innalzamento dell’imposizione fiscale ai massimi livelli, con pesanti ripercussioni sulla gestione delle imprese e sui consumi delle famiglie, unitamente alla sospensione o all’annullamento di procedimenti amministrativi, quali la dismissione del patrimonio edilizio, la definizione del condono edilizio, la lotta all’evasione fiscale, procedimenti che avrebbero generato entrate stimate in circa 100 milioni di euro;

il blocco dei cantieri e delle progettazioni di opere già previste e la perdita di ingenti risorse finanziarie comunitarie, statali e regionali previste dal Piano della mobilità, dal Piano per il risparmio energetico, dal Decreto Reggio e da altri programmi strategici per oltre 150 milioni di euro;

– che la stessa Commissione parlamentare antimafia ha contestato ai commissari straordinari il fallimento della loro gestione rilevando che non ha prodotto alcun effetto idoneo a rimuovere le cause di pericolo di infiltrazioni mafiose né a sanare le deficienze amministrative, cause che avevano determinato l’attivazione della procedura;

– Che, per quanto sopra esposto, le promesse del Ministro Cancellieri sono state totalmente disattese, in quanto, non solo il Commissariamento non ha determinato l’auspicato rilancio e sviluppo della città, ma soprattutto lo Stato non ha dimostrato alcuna attenzione per Reggio nè ha adottato alcun provvedimento in suo favore;

PRESO ATTO

Che il Consiglio dei Ministri ha deciso di non procedere allo scioglimento dei Comuni di Roma e Rende, nonostante entrambi gli Enti fossero coinvolti da operazioni giudiziarie che avevano accertato pesanti infiltrazioni mafiose portando all’arresto delle massime cariche istituzionali locali (Sindaco – Assessori e Consiglieri comunali) e dei vertici degli apparati burocratici (dirigenti e funzionari);

che, di contro, per Reggio Calabria, pur in assenza di accertate infiltrazioni mafiose è stato deciso lo scioglimento sulla base di un provvedimento “preventivo e non sanzionatorio“, fondato sull’innovativo e sin troppo elastico concetto di contiguità ;

che l’indiscussa disparità di trattamento è frutto di una norma ormai diffusamente considerata iniqua ed inutile, al punto che gli effetti distorsivi che essa è in grado di generare sono stati denunciati da tutti i massimi livelli istituzionali (Parlamento – Magistratura – Ministero dell’ Interno);

che, aspetto ancor più grave, l’applicazione della norma in questione è rimessa alla decisione, assolutamente discrezionale, del Consiglio dei Ministri e rischia di essere utilizzata, esclusivamente, quale strumento di contrapposizione politica e partitica;

che quanto sopra affermato è stato sancito dal Premier M. Renzi in occasione della trasmissione televisiva del 16 luglio 2015 Porta a Porta, dichiarando che la decisione riguardante il paventato commissariamento di Roma “essendo di competenza del Consiglio dei Ministri è una decisone politica che prescinde dalle indagini e dagli atti previsti dalla norma“;

CONSIDERATO

Che l’ inadeguatezza della norma ed il suo utilizzo strumentale producono effetti palesemente iniqui e discriminatori che violano i principi su cui si fonda lo stato di diritto e, conseguentemente, i fondamentali diritti Costituzionali dei cittadini e che il perdurare di tale perverso sistema rischia di determinare il venir meno della credibilità dello Stato e delle Istituzioni, esponendo al pericolo del rafforzamento della criminalitá organizzata, in termini di consenso e di controllo del territorio;

che, in particolare, il singolare ed ingiusto trattamento riservato alla nostra città ha generato la sfiducia di un’intera comunità nei confronti dello Stato, la perdita della speranza di una rinascita in termini di sviluppo e crescita economica, la migrazione dei giovani verso altri territori, attestata da un calo demografico di circa 6.000 giovani registrato negli ultimi tre anni;

CHIEDONO

Che le istituzioni, a cui é indirizzata la presente petizione popolare, si attivino affinché il Governo Italiano:

adotti i più opportuni provvedimenti di carattere straordinario, idonei ad assicurare che la città di Reggio Calabria possa superare la grave crisi socio-economica causata dal provvedimento di scioglimento, impegnando le risorse finanziarie necessarie a compensare le perdite determinate dalla gestione commissariale e a stimolare quel rilancio e quello sviluppo fondamentale per ridare fiducia e speranza all’intera comunità;

Disponga la modifica dellarticolo 143 del T.U.E.L. prevedendo misure alternative allo scioglimento idonee a rimuovere ogni forma di ingerenza criminale nellapparato istituzionale, escludendo ogni possibilità di utilizzo strumentale o arbitrario della norma.

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