14\04\2016 – Quello di Madalina Pavlov non è stato un suicidio. Ne è convinto il team di lavoro del nuovo legale della famiglia della ragazza, Antonio Petrongolo. Nelle città dello Stretto, da qualche giorno, sono a lavoro la psicoterapeuta Rossana Putignano, Fabio Calvani tecnico informatico e specialista in data recovery e docente presso Università Cusano Master Criminologia che, insieme a Mary Petrillo psicologa, criminologa, docente presso Università Niccolò Cusano Master Criminologia, Aida Francomàcaro, psicoterapeuta esperta in psicologia giuridica che compongono il collegio che contribuisce a far luce sulla morte della giovane romena trovata esanime la sera del 21 settembre 2012 in via Buozzi a Reggio Calabria. In precedenza nella trasmissione radiofonica “La storia oscura” su Radio Cusano, il Crime Analysts Team aveva rilevato alcuni aspetti che meriterebbero approfondimenti: contusioni e fratture non compatibili con la sola caduta; uno stivale “posizionato” in modo anomalo e molto poco attinente con una precipitazione dall’alto; della vernice azzurra che meriterebbe approfondimenti per capire se effettivamente appartiene alla automobile su cui pare abbia rimbalzato il corpo della ragazza. Il bilancio dei primi giorni del team è “Positivo”, come afferma Calvani “abbiamo scoperto cose utili per il nostro lavoro sul caso. La mamma di Madalina ci ha fornito parte di documentazione che apre nuovi orizzonti, tanto che qualche domanda che avevamo in sospeso è stata quasi soddisfatta anche se svolgeremo ulteriori approfondimenti. Abbiamo riscontrato grande disponibilità dalla maggior parte delle persone. Tutti ci hanno confermato quello che già ci aveva detto la madre e quello di cui siamo convinti: Madalina era una piena di vita, aveva dei progetti per il suo futuro quindi non voleva uccidersi. Era una ragazza con molte prospettive ed aspettative. Vedendo i suoi diari ci siamo resi conto che era molto studiosa, estremamente ordinata nelle sue cose puntuale e mirata in quello che voleva. Ne siamo convinti, non si è suicidata ed riusciremo a provarlo! Se volessimo essere buoni potremmo anche propendere per un’istigazione al suicidio, ma con chi ha commesso quello che per noi è invece un omicidio, non possiamo essere buoni. Siamo convinti che chi ha fatto questa cosa viva tranquillamente la sua vita, che giri tranquillamente per Reggio, che è una bellissima città e non merita queste persone”. Tornerà in città il team “Abbiamo delle domande – chiarisce il tecnico informatico – da porre alla Procura di cui ci fidiamo ciecamente. E’ una di quelle procure italiane che ha un lavoro assai importante da svolgere. Non ci poniamo come antagonisti ad essa, anzi siamo a disposizione anche con la famiglia di Madalina e saremo di supporto e di aiuto, a disposizione della Procura”. Per escludere l’ipotesi di suicidio lavora anche la Putignano “Da psicologa e psicoterapeuta con le colleghe Petrillo e Francomacaro ci stiamo occupando dell’autopsia psicologica- chiarisce – ci serve per capire se si è trattato di omicidio, suicidio o incidente. A tal proposito ho svolto delle interviste a familiari e amiche mirate ad analizzare la personalità della ragazza, negli ultimi tre mesi di vita di Madalina per capire se aveva disturbi dell’umore, se faceva uso di alcol o droghe. Dalle interviste svolte e dalle informazioni raccolte in città, nessuno crede all’ipotesi di suicidio. Sia per chi conosceva Madalina, sia per chi conosce il luogo del ritrovamento del corpo, l’ipotesi suicidio sembra peregrina. Il lavoro proseguirà con altri colloqui. Poi procederemo per la valutare la richiesta della riesumazione”. Triste ma risollevata è Agafia, Gabriella Cutulencu, la madre della giovane morta in circostanze da chiarire. “Sto male e, nello stesso tempo, penso in positivo nel senso che Madalina da lassù mi ha aperto una strada bellissima. Mi sono affidata a Dio e mi sono avvicinata a persone fantastiche, mai conosciute prima che adesso-spiega riferendosi al team – che adesso siamo sulla via della verità. Mi hanno riempito di consigli e di speranze per avere più fiducia, andare avanti dopo anni di buio, e non pensare a ciò che è stato. Oggi mi sento sollevata per il loro sostegno e per quello che mi danno le persone sui social. Oggi sboccia la rosa della speranza della verità che arriva”.
Gabriella Lax