Il 9 ed 10 Aprile, è stata la data di un’importante riunione, di un “incontro” di un re-incontro con la destra. Orvieto, cittadina medioevale ricca di storia, cultura e carica di significato, ha ospitato i quadri ed i dirigenti de La Destra e di Azione Nazionale. Molti gli argomenti, molte le personalità. Una due giorni intensa e carica di significati sia simbolici che concreti. Tantissimi gli argomenti toccati e tantissime le domande poste al pubblico e rilanciate al governo. Negli ultimi 5 anni il centro-destra, come ha sottolineato più volte Alemanno, è imploso, disgregandosi nei mille particolarismi e personalismi. L’elettore di destra si è come dire “eclissato” “nascosto”. “La destra deve rinascere dalle sue ceneri” arringa Alemanno, ma sottolinea che non sarà una destra alla “berlusconi” ma una destra SOCIALE, per dimostrare che non c’è solo il potere nell’orizzonte della politica, ma IDEE attorno alle quali cercare consenso per governare. Azione Nazionale e La Destra, di Storace, vogliono facce nuove, giovani in gamba che sappiano rispettare l’esperienza di chi li ha preceduti. Ma vogliono lasciare il passo alle generazioni più fresche per riprendere in mano il timone. Ovviamente, senza cadere nel ridicolo, perché non basta l’anagrafe. Come già accennato sono intervenuti Alemanno e Giuseppe Scopelliti, due dei fondatori di quella giovane aggregazione denominata Azione Nazionale, giovane di parole e di fatto. Giovane nel DNA infatti la maggior parte dei militanti a stento supera i 40 anni, età molto “giovane” nel panorama della media dei politici di oggi. Giovinezza e forza Rilanciata dal fratello di Giuseppe Scopelliti, Francesco Scopelliti, che col suo intervento incita a non mollare il futuro del nostro paese, a non lasciare da parte le nostre TRADIZIONI e le nostre IDEE a discapito del mero opportunismo economico e politico , ribadito dallo stesso Fancesco con un’ironica, ma amara battuta sulla realtà : ” TAMPA ROSSA NON AVRAI IL MIO SCALPO!” Grande “trascinatore di popolo”. Nonchè fine oratore Giuseppe Scopelliti, fratello minore di Francesco, ma minore solo anagraficamente. “Noi siamo una destra plurale e aperta, inclusiva e affidabile; La destra deve essere moderna come fu An e deve scegliere dove collocarsi anche in Europa: fra la Merkel e la Le Pen. Se dovessimo tornare maggioranza non possiamo comportarci come avvenuto in 11 anni di governo, perché al di là della legge sulle Foibe non c’è nulla che sia rimasta come traccia di buon governo. Noi avevamo il 16% e non abbiamo inciso, mentre la Lega vinse la battaglia del federalismo con appena il 5-6%” Questo un piccolissimo estratto del discorso di Giuseppe da cui lancia la sfida all’unione di una destra coesa, giovane e sotto un unico ideale, aperta a chiunque voglia entrarci, ma lasciando fuori i personalismi e i particolarismi. Sempre da lui non mancano le autocritiche in merito a quello che la destra non è riuscita a fare nella cultura : “Non siamo stati capaci di incidere nemmeno in Rai con giornalisti di destra capaci di offrire la nostra cultura al Paese” e sulla carenza di leadership : “Se riusciremo a costruire una classe dirigente, saremo pronti a cambiare l’Italia tra cinque o dieci anni”. E ancora: “Dobbiamo pensare in grande per tornare a rappresentare la destra di governo”. Alternativa a Renzi ed al suo modo di fare “politica” ecco cosa vorrebbe Scopelliti. A chiusura dei lavori non è mancata l’arringa del “leone” FRANCESCO STORACE, il quale sottolinea come il lavoro del centrodestra, o meglio di Berlusconi, sia servito solo a rimpinguare le fila del PD infatti : “Silvio, che capacità di discernimento hai se tutti i tuoi “figli” – Alfano, Verdini – sono andati tutti a sinistra?” Ma anche lui, come il suo “parigrado” Scopelliti, non chiude le porte a nessuno lanciando l’ennesimo invito a Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia : ” Chissà se un giorno riusciremo anche a riunirci con Fratelli d’Italia, ma ci sarà da discutere sul posizionamento politico”. Anche se questi due giorni erano riservati alla dirigenza dei due partiti, grande è stata la partecipazione delle persone, sopratutto da parte dei “sostenitori” calabresi e lombardi, dei fratelli Scopelliti, i quali hanno riscosso una buona serie di applausi ed apprezzamenti sui contenuti dei loro ragionamenti.