Tumori: ok al registro in Sardegna, rafforzata la privacy dei pazienti

banca datiIl Garante della privacy ha espresso parere favorevole sullo schema di regolamento del Registro Tumori della Sardegna. Il testo, predisposto dalla Regione Sardegna, è uno dei primi in Italia che interviene a regolamentare i registri di patologia, in linea con la normativa nazionale, definendo le modalità di raccolta e trattamento dati anagrafici e sanitari delle persone affette da tumore e dei loro familiari, per finalità di studio e ricerca, nonché per una corretta stima epidemiologica ed economica della malattia. La bozza di Regolamento, che già tiene conto di molte delle osservazioni del Garante, stabilisce, tra l’altro, quali dati contenuti nei registri delle tre macro aree individuate in Sardegna dovranno convergere al registro unico regionale e stabilisce l’obbligo di informare i pazienti riguardo all’uso che verrà fatto dei loro dati sensibili. Il Regolamento prevede inoltre l’adozione di particolari cautele a protezione dei dati dei malati (come, ad esempio, la “pseudonimizzazione” al fine di non rendere le informazioni personali immediatamente riconducibili al singolo malato), così come l’implementazione di misure organizzative e accorgimenti tecnici idonei a garantire la sicurezza delle informazioni. Nel dare il suo parere, l’Autorità ha comunque chiesto ulteriori perfezionamenti del testo, come la previsione che la titolarità del trattamento dei dati del registro dei tumori non sia riferibile alla Regione Sardegna in quanto tale, ma all’Osservatorio epidemiologico regionale, lo specifico organo incaricato per legge del perseguimento degli scopi scientifici e di valutazione dell’assistenza sanitaria. In questo modo solo gli operatori dell’Osservatorio potranno trattare i dati sulle neoplasie dei singoli pazienti, mentre gli altri organi o uffici della Regione potranno consultare solo dati aggregati e anonimi. Tra le nuove misure indicate dall’Autorità, anche al fine di rafforzare la sicurezza informatica del registro, c’è l’utilizzo di meccanismi di “autenticazione forte” per consentire l’accesso ai dati da parte del personale incaricato, nonché la previsione che i dati anagrafici dei pazienti siano conservati separatamente da quelli sanitari. La necessità di garantire la riservatezza e l’integrità dei dati sensibili raccolti in queste banche dati è stata ribadita di recente dal Presidente Soro nel corso dell’Audizione sulle proposte di legge recanti “Istituzione e disciplina del Registro nazionale e dei registri regionali dei tumori” presso la Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati. In questa occasione, il Presidente ha rimarcato l’importanza “di tracciare l’equilibrio migliore tra esigenze di analisi epidemiologica (che in ultima analisi significa diritto alla salute) e diritto alla protezione dei dati personali dei pazienti” ed evidenziato che “la perdita, la sottrazione, l’alterazione, l’abuso di un dato sanitario rende vulnerabili banche dati essenziali e, insieme, viola quanto di più intimo e privato vi è nella persona: ne tocca la dignità”. “La carente sicurezza dei dati – ha aggiunto Soro – può rappresentare, in altri termini, una causa di malasanità; e la protezione dei dati personali, per converso, rappresenta un fattore determinante di efficienza sanitaria”.

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