Prove tecniche di dialogo all’interno di quella che un tempo fu la destra sociale di Alleanza Nazionale. O, almeno, cosi sembra, Francesco Storace, già Ministro della Salute e Governatore del Lazio, e Gianni Alemanno, già Ministro delle politiche agricole e forestali e Sindaco di Roma, hanno imboccato strade diverse poco prima della nascita del Pdl, l’uno fondando il partito La Destra, l’altro aderendo alla nuova formazione di centrodestra. E da allora non hanno perso tempo per darsele di santa ragione, alternando momenti di dura contrapposizione a sporadici episodi di vicinanza politica.
La convention della prossima settimana a Orvieto, tuttavia, potrebbe segnare un momento di svolta. O, almeno, cosi auspicano in molti. Storace e Alemanno proveranno a capire se c’è ancora spazio e tempo “per ricostruire una destra capace di indignazione”. Una due giorni, sabato 9 e domenica 10 aprile, “dove si ritroveranno quei quadri politici che negli anni si sono ritrovati con La Destra e quanti più recentemente si sono riorganizzati con Azione Nazionale”. Questo è quanto si legge in un editoriale dell’ex governatore apparso sul Giornale d’Italia. Un’occasione per rimettersi in gioco e “riscoprire il mestiere dell’operaio nel cantiere della destra italiana”, affidandosi alle “generazioni più fresche” che dovranno “riprendere in mano il timone senza cadere nel ridicolo” e rispettando “l’esperienza di chi li ha preceduti”. Messaggio diretto anche a Giorgia Meloni che, per il momento, pare non abbia dato la propria disponibilità.
A chi si chiedesse quale potrebbe (o dovrebbe) essere lo scopo di una simile operazione è lo stesso Storace a fugare ogni dubbio, almeno da parte sua. Da Orvieto potrebbe partire quella scintilla in grado di “portarci a tornare a lavorare assieme senza egemonie” attraverso una possibile costituente che, poi, tra luglio e l’autunno, possa “restituire all’Italia di nuovo una destra grande”, che abbia come orizzonte politico non il centrodestra ma il popolo italiano.