Le braccia delle donne lavoratrici che smettono di faticare e alzano i pugni per lottare insieme per i loro giusti diritti e “Spingere il carro della storia con le sorelle di tutto il Paese”. Ha debuttato a nella rassegna “La casa dei racconti”, di “Spazio teatro” a Reggio Calabria “Quindicimila”, pièce di (e con) Renata Falcone che, per la prima volta, porta in scena un testo di cui è autrice e interprete, frutto di anni di ricerca sul territorio e di attento lavoro drammaturgico. Bambine e donne accomunate dalla fatica, che si danno appuntamento ogni mattina all’alba agli incroci delle strade principali o all’ingresso del paese dove passano a prenderle i caporali. Il lavoro è vita e dannazione per queste donne, protagoniste attive della vita nei campi della Piana di Gioia Tauro, inizialmente senza tutele, senza assicurazioni e senza pensioni. La voce, alternata al canto, dell’attrice porta avanti un monologo fatto di visi, di donne e bambine che si alternano nella raccolta delle olive, figlie di soprusi, madri di desolati figli piccolissimi che vengono portati sui campi. La morte incombe, sotto forma di intossicazione, di alluvione, di incidente stradale e porta via con sé vite che si nutrono quotidianamente di un tozzo di pane indurito e risparmiato per arrivare a sera, dove i piedi, rotti dalle pietre e dalle sterpaglie, inseguono scalzi la via del ritorno e del riposo. Disciplinato e documentato il lavoro biografico della Falcone, attrice reggina che porta sul palco della sala di via San Paolo pezzi sulla riforma agraria e la difesa del suolo calabrese dall’archivio storico de L’unità, “Allora piangeranno mentre noi cammineremo” di Felice D’Agostino e Arturo Lavorato, “braccianti del Sud” nelle inchieste di “Donna che lavora”. Con le lotte sindacali alzano la testa le donne, hanno la necessità di fare scioperi (in un caso addirittura 10 giorni consecutivi) per chiedere a gran voce le loro legittime rivendicazioni: la pensione, il salario uguale, l’assistenza sanitaria. Un passo dopo l’altro verso l’emancipazione e l’eguaglianza, in uno spettacolo teatrale in evoluzione. Laddove oggi, i volti rigati dal vento e bruciati dal sole, delle donne calabresi, hanno lasciato spazio, alle lacrime ed al sangue dei lavoratori immigrati, uno squarcio di attualità, che si specchia nelle operazioni quotidiane compiute contro il caporalato nella Piana di Gioia Tauro. Lo spettacolo “Quindicimila” è stato selezionato nel 2015 per il Premio Scenario. Anche per il quinto appuntamento, in contemporanea con gli spettacoli della rassegna, torna “Linee d’Entrata – esposizioni fotografiche in parallelo”, Anna Maria Basile inaugura “Artista io? Artista tu!”: un modo fantastico e simbolico di “fare” fotografia, a volte irriverente, a volte sofferente e meravigliato.
Gabriella Lax