Caridi (FI): le manovre per l’aeroporto di Reggio non decollano sia a livello regionale che nazionale

Antonio CaridiÈ passato tanto tempo, forse troppo, dall’inizio della procedura di revoca della concessione avviata da Enac nel febbraio 2015 e verosimilmente sembrerebbe retta la via intrapresa per la risoluzione delle problematiche inerenti l’aeroporto di Reggio Calabria. Ma perché si è aspettato così tanto? Perché il presidente Oliverio adesso apre gli occhi dopo che era stata evidenziata da tutti la difficile situazione? Il crogiolo della situazione si sintetizza nella revoca della decadenza della concessione, chiaramente, qualcosa in più si saprà dopo la riunione dei Soci fissata in data 11 Marzo, chiarendo così alla Sogas la responsabilità della presa decisionale in mano a Enac o al Ministero d’appartenenza. Nel momento in cui l’iter verrà bruscamente interrotto, perdendo ulteriormente tempo, si andrà a favorire quel meccanismo, talvolta nascosto, di sotterfugi e pianificazioni d’altro genere per l’aeroporto, senza interesse alcuno per dipendenti della Sogas e cittadinanza tutta.Certamente non pendiamo dalle labbra di nessuno, il cittadino comprende appieno tutte quelle opere di demagogia che andrebbero a presentare l’ennesimo piano industriale, accademico, che prolungherebbe la lenta agonia; le risorse economiche, come in ogni circostanza, rappresentano l’elemento determinante per il rilancio, in questo caso, dell’aeroporto non solo in termini di infrastrutture ma anche per quel che concerne il piano commerciale con attrazioni per i nuovi vettori. Nonostante una politica assenteista, non solo a livello regionale, lo scalo reggino ha mantenuto nel tempo un bacino medio di utenza pari a 500 000 passeggeri annui, contrastando indirettamente tutte le manovre volte al potenziamento di altri scali e altri contesti che hanno eclissato Reggio Calabria per volere del Governo centrale. Per quanto riguarda gli standard di servizio in termini di safety e security aeroportuale, il Tito Minniti ha garantito sempre ottimi risultati ed è proprio questa la chiave di volta legata al mantenimento, da parte di Enac, della certificazione, elemento sostanziale in totale opposizione con la decadenza della concessione. Mettendo in luce la funzionalità dell’aeroporto di Reggio Calabria, anche dal punto di vista tecnico, sarebbe corretto che si mettessero a tacere tutte quelle voci, contornate da autorevolezza e credibilità accademica, che distolgono l’attenzione dall’importanza di un bene collettivo per la cittadinanza reggina e per la dirimpettaia Messina. Il ministro Delrio sarà sicuramente a conoscenza dell’esistenza di un piano industriale strutturato dalle società di settore, aggiornato da Sogas nell’anno corrente; tra l’altro, l’assemblea dei soci, aveva già approvato, nel 2012, il suddetto piano, presentandolo a Enac che ne richiedeva un aggiornamento in considerazione del tempo trascorso. Oggi, il piano non viene approvato solo, per mancanza di copertura economica, richiesta più volte dalla Sogas alla Regione Calabria e mai arrivata; il Presidente Oliverio forse non ha considerato, per l’ennesima volta, il contesto reggino appetibile dal punto di vista degli investimenti infrastrutturali, abbandonando Reggio Calabria ad un vero e proprio processo di disgregazione, attanagliante per il povero cittadino, lasciato in balia di se stesso. L’aeroporto non è un problema che riguarda un target ben definito di popolazione, si tratta di qualcosa di molto importante, che accomuna o dovrebbe accomunare tutti. Intraprendere un percorso, che non escluda nessuno, affinché giorno 15 Marzo si possa scongiurare il pericolo di decadenza e si possa serenamente programmare il necessario per l’ottenimento della concessione trentennale dovrebbe essere la mission, ben impressa, nella mente di tutti. Staremo a vedere…

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