Mi congratulo con Gianni Infantino eletto presidente della Fifa non solo per quel senso di appartenenza che lega i calabresi e i meridionali tutti ma per il percorso di vita che ha fatto. Di per se la presidenza della Fifa rappresenta qualcosa di unico, prestigioso e impegnativo dal punto di vista lavorativo; la mia attenzione però va al contesto che viviamo, anche a livello sportivo, dove per abusi di potere, sporcizia istituzionale, assenza di prerogative di crescita mancava qualcosa di positivo. La necessità di riacquisire credibilità nello sport, nel mondo calcio soprattutto, dove la trasmissione di valori potrebbe raggiungere livelli inimmaginabili era troppo forte, ed è stato l’elemento che ha spinto ancora una volta la meritocrazia e l’umiltà a giganteggiare su tutto. La dedica ai propri cari, la netta presa di posizione nel sottolineare che la Fifa è una democrazia e non una dittatura come qualcuno pensava, la semplicità con cui Infantino ha sottolineato il suo trascorso lavorativo, passato anche per la pulizia dei treni, l’orgoglio e la fierezza attraverso cui ha evidenziato il suo essere italiano al 100%, sono per me fattori determinanti per trasmettere positività. In bocca al lupo Gianni…