Al Play Music Festival i suoni della convivenza

Una cassa di risonanza per parole e suoni migranti: si è aperto con la performance sulla scala interna del Grand Hotel Miramare e si è concluso con le pacate riflessioni e denunce di Ousmane Thiam, mediatore culturale dello staff del poliambulatorio Emergency di Polistena, il primo weekend del Play Music Festival – “Una valigia di suoni”, la manifestazione organizzata dall’associazione Soledad, con la direzione artistica di Alessio Laganà, che punta sulla musica come occasione di incontro tra persone e culture differenti. «Non c’è la guerra, in Senegal. Vi siete chiesti cosa spinge un ragazzo a partire, a cercare fortuna altrove, come vede l’Europa?»: Ousmanesearching-rosarno Thiam, nell’atmosfera raccolta di domenica sera alle Officine Miramare in occasione dell’incontro “Searching Rosarno: paesaggi sonori della Piana”, ha aperto la propria valigia di suoni e ha raccontato il proprio viaggio dal Senegal all’Italia passando per la Francia, le sue esperienze come operaio in Piemonte, poi, dopo la crisi del 2009, come «vu cumpra» ad Ancona, bracciante a Rignano Scalo (Fg) e infine mediatore culturale per Emergency, prima nella stessa Rignano Scalo e poi a Polistena. Incalzato dalle domande di Josephine Condemi, ha aggiunto subito dopo: «L’Europa viene vista come l’Eldorado. Sulle informazioni erronee riguardo territori e persone si è soffermato anche Angelo Carchidi di A di Città, associazione di Rosarno che opera nell’ambito della rigenerazione urbana: «lavoriamo per toglierci a vicenda le etichette e i pregiudizi, anche attraverso i paesaggi sonori, quindi le registrazioni dei suoni negli ambienti. Per noi la comunità di Rosarno è una, Rosarno è da sempre luogo di passaggi e migrazioni, non si possono dividere i quartieri con l’accetta, i conflitti sono multipli e spesso dovuti al sovraffollamento. La responsabilità è del territorio ma serve la volontà politica ed economica dello Stato per risolverli». Uno Stato che, per Bruno Giordano, viceresponsabile di Amnesty International Gruppo Italia 292, «non ha fatto abbastanza: la legge Rosarno, nata nel 2012 per contrastare lo sfruttamento dei migranti resta inefficace, si chiede al migrante di denunciare ma» si chiede Giordano «come si fa se, oltre alle difficoltà psicologiche, molti neanche sono a conoscenza delle generalità delle persone per cui stanno lavorando?». Tutt’altra atmosfera è prevista invece per giovedì 3 marzo, unica data infrasettimanale del Play Music Festival dovuta all’eccezionalità del concerto proposto: la prima tappa del tour europeo del Trio da Paz. Formato da Romero Lubambo alla chitarra, Nilson Matta al contrabbasso e  Duduka Da Fonseca alla batteria, il trio ha fatto la storia della bossanova e alle 21 coniugherà ancora in modo unico il jazz alla musica brasiliana. La bossanova è infatti considerata un’unione tra il jazz e la samba: ma quali sono i legami tra l’improvvisazione del jazz, il ritmo della samba e la saudade? Quanto conta il desiderio, nella storia della musica brasiliana? A rispondere a queste domande, alle 19, partendo dalla frase di Joao Gilberto, “Saudade fez un samba”, sarà Giovanni Guaccero, compositore, pianista e docente al Conservatorio “F. Cilea” di Reggio Calabria, appassionato di “Musica Popular Brasileira”. Seguirà, alle 20, la performance artistica di Taciana Coimbra, artista brasiliana che vive da anni in città, “Auto-Nòmos”, sulla necessità di affrancamento dalle etichette e dai processi di routine.

banner

Recommended For You

About the Author: M1