“Fatemi fare una pubblicità progresso. Come sembrava impossibile concludere la variante di valico, so che non ci crederete, ma il 22 dicembre inaugureremo la Salerno-Reggio Calabria”. La dichiarazione del parolaio fiorentino avviene dinanzi alla stampa estera convocata per rendicontare le ‘prodezze’ collezionate in due anni di balle macroscopiche. All’annuncio sulla A3 la sala piena di giornalisti stranieri è letteralmente esplosa in una fragorosa risata. Certamente quella risata è stata provocata da lustri di luoghi comuni, sparsi a piene mani su quella infrastruttura, presentata come l’emblema dello sperpero meridionale e come un’opera infinita stante, si diceva mentendo, ben 50 anni di costruzione (i lavori per rimodernare la miserabile strada ‘regalata’ ai terrun meridionali, nel 1972, sono iniziati nel 1995). Noi però, che viviamo in Calabria, e conosciamo le difficoltà per collegarci col resto del Paese non abbiamo riso affatto perché se Renzi non stava mentendo, riconfermando il proprio dna di grande ballista (l’esempio più eclatante è quello riferito alle tasse che continuano ad aumentano mentre lui dice che diminuiscono), la cosa poteva essere molto più grave per cui ci sono sembrate fuori luogo gli osanna dei vari esponenti della Regione che si sono dilettati a twittare finalmente #coseconcrete. Ci ha tolto ogni dubbio, portandoci a sapere che Renzi intende inaugurare solo i tratti di autostrada già completati o che saranno completati entro novembre prossimo, lasciando fuori decine di km. del programma di ammodernamento che, quindi, non sarà più completato, il nuovo Presidente dell’Anas, Gianni Vittorio Armani, che ha dichiarato (forse spinto a farlo per constatare l’effetto che produce) che non c’è bisogno di “rifarla ancora progettando altre varianti per lavori che non sono più decisivi, avrebbe comportato spese eccessive e in fondo anche inutili”. L’ultimo lavoro, da 5 anni ad oggi, è quello in corso a Mormanno-Laino Borgo mentre si lasciano, così com’erano nel 1972 (cioè 44 anni fa) oltre 50 km. di tracciato che viene considerato inutile, ma che è caratterizzato da due corsie strettine rispetto a tutte le altre autostrade d’Italia, senza corsia di emergenza e con curve insidiose. Il Mattino di Napoli scrive che: “il governo Renzi ha rinunciato a lavori programmati ma mai avviati per oltre 2 miliardi di euro”. Si tratta di 10 km. nel massiccio del Pollino ai quali vanno aggiunti 21 km. nel tratto Cosenza Sud-Altilia Grimaldi, di altri 11 km. tra Pizzo e Sant’Onofrio e di infine di altri 10 tra Villa San Giovanni e Reggio Calabria. Scompaiono diversi svincoli tra i quali quello concordato per Laureana di Borrello e quello rivendicato da tutti i comuni aspromontani a Sant’Eufemia d’Aspromonte. Si tratta di opere, per 2,3 miliardi di euro, che sono state cancellate per spostare i fondi su altre opere al Nord del Paese. Ecco cosa si inaugura il 22 dicembre ed ecco cos’è la spending review per il Robin Hood fiorentino che, però, toglie ai poveri per dare ai ricchi, né più e né meno di quanto fatto dai suoi degni predecessori (Monti e Letta) voluti e santificati dall’Europa dei burocrati a trazione tedesca, che già avevano dirottato nei trafori delle Alpi quel poco che era stato investito nel progetto Ponte sullo Stretto (a proposito, Papa Francesco che adora i ponti, perché non ha detto nulla sulla cancellazione di una infrastruttura indispensabile almeno per rompere l’isolamento di intere popolazioni sicule, calabre e lucane, e fondamentale per il loro sviluppo). Renzi, infine, può fare a meno dal venire ad inaugurare un’opera monca perché, con le sue slide, farlo tranquillamente da Roma (a lui interessa di più la proiezione mediatica). Eviterà di prenderci in giro rafforzando in noi il giudizio di ballista, ciarlatano e parolaio, e, dulcis in fundo, di nemico del Mezzogiorno d’Italia che aldilà di Napoli letteralmente sconosce.
Giovanni Alvaro